LA SCOMPARSA DI ANZOINO. IL SINDACO MELUCCI: CORDOGLIO DA UNA CITTA’ INTERA

Il Pd jonico: "Taranto piange uno dei suoi figli prediletti". Innumerevoli i messaggi

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Tanti, davvero tanti i messaggi di cordoglio che continuano a giungere per la scomparsa di Tommaso Anzoino. La notizia della sua morte, pubblicata questa mattina da “Lo Jonio”, ha fatto subito il giro e ha suscitato sincera commozione fra quanti (docenti, studenti, intellettuali, gente comune e uomini delle Istituzioni e del mondo sociale) avevano avuto modo di conoscere “Il Preside del Liceo Archita”.
Il figlio Francesco (nella foto è con i figli e papà Tommaso)
“Scrivere qualcosa su mio padre stasera, non è necessario, perché lo avete fatto voi per me…vi ringrazio della stima e dell’affetto che avete dimostrato in questa triste giornata…grazie davvero”.
Il Sindaco Melucci
“Chiunque lo abbia conosciuto o abbia attraversato i corridoi del liceo Archita, quando ne fu dirigente, serba in sé il ricordo dell’umanità del professor Tommaso Anzoino. Taranto – ha scritto il Sindaco Rinaldo Melucci – perde un uomo di cultura, ma anche un educatore innamorato dei ragazzi e delle loro aspirazioni. Alla sua famiglia, attraverso noi, giunga il cordoglio di una città intera”.
Il Partito Democratico di terra jonica attraverso una nota a firma di Lino De Guido e Luciano Santoto lo ricorda così:
“La notizia della scomparsa di Tommaso Anzoino, suscita amarezza, tristezza e dolore. Vogliamo ricordarlo con la sottile ironia, associata alla determinazione e al “fastidio” per l’insipienza, che rappresentavano parte del suo carattere di persona colta e aperta al pensiero meridiano. Taranto piange, oggi, uno dei suoi figli prediletti. Tommaso Anzoino è stato e continuerà ad essere, punto di riferimento per intere generazioni.
Particolarmente attento alla cultura del lavoro, prossimo, legato, accanto, alle classi popolari e meno abbienti.
Incarnava il tratto “pasoliniano” più vero e sincero. Docente e Dirigente scolastico. Amministratore pubblico. Assessore alla Cultura. Dirigente politico. Scrittore e narratore. Egli ha contribuito con la sua opera e il suo lavoro, alla formazione della classe dirigente nella nostra città, che ha saputo affermarsi in Italia, in Europa e nel mondo, attraverso lo studio, la conoscenza e l’approfondimento.
Per noi, ragazze e ragazzi, della FGCI, era un “mito”. “Beati i miti perché erediteranno la terra” Matteo “il pubblicano”. Il nostro ricordo più bello risale agli anni ’80 del Secolo breve. In Direzione provinciale, in via Alto Adige, la sede del PCI-PDS, quando il presidente della Direzione politica annunciava il suo intervento, ci predisponevamo all’ascolto attento e proattivo. Alle riunioni dell’organizzazione giovanile era un continuo citare il suo pensiero, ma soprattutto, la sua azione di Assessore alla Cultura del Comune di Taranto.
E’ sempre stato un’indipendente di sinistra, contribuendo al rinnovamento del partito. La nostra storia racconta di un estuario del PCI, che narra le gesta di un gruppo di personalità politiche, quali: Giulio Carlo Argan, Antonio Cederna, Raffaele La Capria, Guido Ceronetti, Laura Balbo, Enzo Tiezzi, appartenenti alla Sinistra Indipendente,
che hanno fatto della natura, del creato, della terra, della sostenibilità, la loro mission pubblica. Tommaso Anzoino è stato un protagonista di questo fiume della nostra comune Storia. Un caldo abbraccio al nostro compagno Francesco “Ciccio” Anzoino.
Avremo modo di incontrarci, per riannodare il cordame del dialogo e dell’amicizia”.
Ed ecco, senza far torto a nessuno, alcuni messaggi di quanti furono particolarmente vicini ad Anzoino.
Nino Palma, già segretario di quell Pci che poi trovò altre formule: “Che notizia terribile. Sono costernato e addolorato. E’ stato il mio Preside per tanti anni. Tante discussioni, tanti confronti, tanta bellezza e arte nei suoi libri. Gande perdita per tutti noi architini, per la cultura e per la città! Ciao Thomas!”.
Loredana Flore, già docente del Liceo “Archita”, in un post su Fb riporta un commento, quello di Donato Valenzano, che val la pena leggere:.
“Ho conosciuto il professore Tommaso Anzoino nel 1996, quando a dicembre mi presentai in presidenza nel Palazzo degli Uffici di Taranto. Mi accolse con un sorriso, l’odore di tabacco; mi prese sottobraccio e senza dimenticare il suo cappello e il soprabito nero percorremmo i corridoi gelidi dell’Archita. Sembrava essere in piazza Immacolata, e percorrendo via d’Aquino, guardavamo le vetrine dei negozi con in bella mostra gli oggetti più belli quelli più rari. Si, nelle aule-vetrine era viva la cultura, quell’aria frizzante, gelida di un palazzo così prestigioso si riscaldava. La merce preziosa era lì a portata di tutti. Le parole in greco, latino echeggiavano, tutti ascoltavano, spesso il nostro passeggiare si interrompeva, la sua presenza si faceva sentire, incuteva meritatamente rispetto, quel respĕctus che viene concesso con riguardo, stima e autorità. Si, l’autorità che gli stessi discenti gli riconoscevano, infatti al suono della campana, all’improvviso, quei stessi corridoi che un attimo prima erano austeri e silenziosi si popolavano rumoreggianti e allegri; tutti lo cercavano, per aver un consiglio, una parola di conforto, per ascoltare semplicemente la sua voce.
Il suo Pasolini avrebbe detto “Il cammino incomincia e il viaggio è già finito”, e mi immagino ripercorre gli stessi corridoi, e ad un tratto, come suo solito, si fermerà, e mi dirà: alla prossima scendo, “non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso”. Preside, il suo cappello.
Piero Massafra, già docente e poi Editore di “Scorpione”
Per il mio amico e “complice” Tommaso Anzoino.
Se i comuni ricordi potessero mostrarsi quando è impossibile crearne altri, caro Tommaso, la tua scomparsa sarebbe compensata dalla rimembranza, sì acerba, ma fonte sempre di affettuosa, a volte poetica, consolazione, come ci diceva il “nostro” Leopardi.
Tanti i libri, gli articoli e le poesie scritte da Tommaso Anzoino. Lo vogliamo ricordare con questa copertina
Marco Ludovico: Ciao Tommaso. Il tuo autobus, dopo un lungo e fantasmagorico viaggio, ti ha portato al capolinea. “A questo punto della mia vita non è più casuale”… lo avevi anche scritto nel tuo libro.

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