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EX ILVA, SMENTITA DA ACCIAIERIE IPOTESI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA

Sulla vicenda intervengono anche l'Aigi e il senatore dei 5Stelle, Mario Turco

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Procuedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia. Una “voce” che si è sparsa nelle ultime ore e che registra numerose reazioni. A partire da quella dell’azienda. Sulla vicenda intervengono anche l’Aigi e il senatore dei 5Stelle, Mario Turco.

LA NOTA DI ACCIAIERIE D’ITALIA

“In relazione alle notizie di stampa apparse oggi sulla testata “Il Giornale”, Acciaierie d’Italia smentisce ogni iniziativa in corso per l’attivazione “nelle prossime ore” della procedura di Amministrazione Straordinaria in quanto destituite di ogni fondamento.

Acciaierie d’Italia non commenta le notizie riportate sull’andamento dell’azienda ma rassicura i propri dipendenti, fornitori, creditori e clienti sulla prosecuzione delle attività aziendali.

Acciaierie d’Italia conferma il proprio impegno a definire un nuovo accordo di collaborazione con le istituzioni italiane per la prossima fase di sviluppo della azienda avendo nel frattempo terminato il piano ambientale fissato dall’AIA nell’anno 2012 che ha consentito di raggiungere obiettivi di livelli emissivi mediamente inferiori del 40% delle Bat Europee.

Acciaierie d’Italia ricorda infine che dal novembre 2018 , nonostante il Covid e la grave crisi energetica e l’indisponibilità di materie prime conseguenti al conflitto ancora in corso in Est Europa, l’azienda ha investito oltre due miliardi di euro per rafforzare la qualità produttiva, migliorare le prestazioni degli impianti, creare un nuovo Centro di Ricerca e Sviluppo che collabora con i primari operatori sul mercato rappresentando un patrimonio unico nella siderurgia europea a ciclo integrale”.

LA NOTA DELL’AIGI INVIATA A GIORGIA MELONI, AL MINISTRO RAFFAELE FITTO E AL PREFETTO DI TARANTO

Apprendiamo oggi da un autorevole organo di stampa nazionale che il Governo starebbe per avviare la procedura di amministrazione straordinaria per l’ex Ilva di Taranto a distanza di 8 anni dall’analogo provvedimento che è già costato all’indotto di Taranto ben 150 milioni di euro.

Da mesi chiediamo, inascoltati, tutele per le piccole e medie imprese che costituiscono l’indotto siderurgico, aziende che con i loro sacrifici e il loro lavoro hanno mantenuto in esercizio in questi anni lo stabilimento nonostante quanto già subìto nel 2015. Le imprese iscritte ad Aigi, alcune già alla terza generazione, rappresentano il 90 per cento delle imprese dell’appalto e sono cresciute assieme allo stabilimento sostenendone nei decenni lo sviluppo grazie alle loro prestazioni altamente professionali e specializzate.

Nonostante ciò ci ritroviamo oggi di fronte alla concreta possibilità che si materializzi il secondo “BIDONE DI STATO”.

Chi Le scrive nuovamente rappresenta una associazione di categoria che ad oggi vanta l’adesione di ben 80 aziende oltre a due Consorzi di Trasporti ed un Consorzio di Agenzie Marittime, imprese annoverate fra le più importanti dei vari comparti di appartenenza. Una forza lavoro di circa 4000 unità. Rappresentiamo il segmento di economia specializzata del territorio ionico che ad oggi, nonostante gli sforzi di diversificazione produttiva e tecnologica che le nostre aziende hanno attuato, vive una situazione di cronica sofferenza legata al dilemma che ruota attorno allo stabilimento siderurgico.

Siamo costernati nel leggere notizie di una gravità così inaudita che speriamo vengano smentite categoricamente. Non crediamo, e ce lo auguriamo fortemente, che Lei Signor Presidente del Consiglio, voglia agire sulla scia di quanto hanno già fatto i suoi predecessori, così come ci auguriamo che il Governo sia nelle condizioni di offrire rassicurazioni circa l’immediato futuro dell’industria siderurgica di Taranto che è stata dichiarata strategica non solo per Taranto e la Puglia ma per l’intera Nazione.

Ci auguriamo che Lei voglia smentire le presunte illazioni sul commissariamento dell’ex Ilva di Taranto o Newco, commissariamento che spalancherebbe le porte al default della fabbrica, al tracollo dell’indotto e dell’intero sistema economico di Taranto. Speriamo, altresì, che voglia rilanciare con forza le trattative già in corso tra Governo e socio privato al fine di addivenire al più presto ad un accordo che punti al rilancio della produzione sostenibile di acciaio.

Nel mese di Agosto abbiamo dichiarato lo stato di agitazione e siamo stati ricevuti dall’allora Prefetto di Taranto Demetrio Martino il quale ha garantito la Sua autorevole mediazione affinché una nostra delegazione fosse ricevuta dal Governo. Per spirito di responsabilità abbiamo deciso di sospendere le iniziative di protesta che i nostri associati chiedevano vibratamente di attuare al fine di ottenere delle risposte, delle certezze, delle garanzie perché il timore di un nuovo provvedimento di amministrazione straordinaria era già fortemente avvertito. Responsabilità verso le nostre imprese e i nostri lavoratori che ora ci porta, invece, a rilanciare con forza lo stato di agitazione e a preannunciare massicce manifestazioni di protesta già a partire da lunedì prosimo 9 ottobre.

Certi che comprenderete le nostre ragioni saremo ben lieti se Lei, Signor Presidente del Consiglio, riterrà opportuno ricevere una nostra delegazione anche al fine di esporLe le nostre proposte di crescita, sviluppo ed innovazione, dove richiediamo una attenzione particolare da parte del Governo.

Certi di un favorevole riscontro della presente, cogliamo l’occasione per porgerLe cordiali saluti e i sensi della stima di tutti gli associati.

Il presidente, Ing. Fabio Greco

L’ingegner Fabio Greco
EX ILVA, MARIO TURCO (M5S): «SIA SCONGIURATA AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA ADI. TARANTO ASPETTA RISPOSTE DA GOVERNO»
«Nelle ultime ore sono trapelate parecchie indiscrezioni su un’ipotesi di amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia (AdI). Il MoVimento 5 Stelle si schiera fermamente contro questa eventualità, in quanto danneggerebbe ancora il territorio e le imprese dell’indotto, già sofferenti dal 2015, anno in cui persero 150 milioni. La diretta conseguenza sarebbe un’ulteriore aumento di chiusure delle imprese accompagnato da una forte disoccupazione; fatto inaccettabile per l’hinterland tarantino. Per questo si chiede al Governo di fornire immediata chiarezza a tutte le parti interessate, al fine di comprendere quali iniziative si intendano assumere per assicurare la tutela sanitaria e ambientale, attuare la riconversione industriale con la chiusura di tutte le fonti inquinanti – al netto del definanziamento del Pnrr di 1,2 miliardi di euro operato in modo scellerato da Palazzo Chigi – e salvaguardare le imprese dell’indotto e i livelli occupazionali dei lavoratori di AdI e di Ilva in a.s.. Questi ultimi aspettano risposte dal 23 agosto e restano a tutt’oggi inascoltati dai Ministri competenti, a riprova di un Governo totalmente assente. A conferma del disinteresse del Governo sulla questione Ilva, è di queste ore la bocciatura alla Camera dei Deputati degli emendamenti a tutela dei redditi dei lavoratori Ilva in a.s., già presentati e non approvati in Senato la scorsa settimana». Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle.

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