L’USB interviene sulla questione Acciaierie d’Italia in vista dell’assemblea dei soci del 23 novembre. Di seguito il testo integrale.
L’Unione Sindacale di Base a differenza di altri non si fa alcuna aspettativa sulle decisioni che verranno assunte nell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia. Anzi vogliamo essere chiari nel dire che ci aspettiamo il peggior scenario possibile. Ci rifiutiamo di sottostare a questo ennesimo passaggio liturgico, che non può che essere deludente.
Come abbiamo più volte ribadito, nulla ci aspettiamo da chi non ha mai dimostrato di meritare credibilità e fiducia e continuiamo a ripetere che Arcelor Mittal deve andare via. Non ci sono alternative!
E’ ridicolo temporeggiare ancora , è ridicolo soprattutto che a farlo sia il Governo che, dopo aver garantito nuovamente lo scudo penale e dopo avere regalato risorse pubbliche (tante), pensa di mettere ancora una volta alla prova Arcelor Mittal, come se non avesse ancora avuto tutte le dimostrazioni possibili della sua mancanza di volontà e di capacità di gestire lo stabilimento siderurgico.A fronte di miliardi di euro che il Governo si appresta a regalare alla multinazionale, basterebbe mettere sul piatto 400 milioni per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, prendendo in considerazione finalmente la piattaforma di proposte da noi confezionata, che oltre al rilancio dello stabilimento e la decarbonizzazione contempla gli esodi incentivati, il riconoscimento di amianto e lavoro usurante, l’ integrazione al reddito riparametrata e adeguata all’inflazione reale, oltreché ovviamente garanzie occupazionali per tutti i lavoratori. Questi sono tutti passaggi obbligati perché possano essere messi davvero in sicurezza i lavoratori e la comunità, che sono le uniche vere vittime di questa storia infinita.
Non dovrebbe essere un problema per il ministro Fitto individuare queste risorse, se in un battito di ciglia è riuscito a trovare quasi 5 miliardi di euro, continuando a drenare soldi nella casse di una multinazionale straniera che è stata capace solo di produrre danni, nuove incertezze e la quasi totale fermata della fabbrica.
Come USB ci stiamo preparando a rilanciare la nostra iniziativa, che non potrà che essere forte e rappresentativa della rabbia di intere comunità da Genova a Taranto.
Esecutivo Nazionale Usb
Franco Rizzo
Sasha Colautti
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