NUOVA CASSA ALL’EX ILVA, I MOTIVI DELL’AZIENDA

LE SPIEGAZIONI DEL DIRETTORE RISORSE UMANE FERRUCCI

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“Nonostante nel generale contesto di mercato siano oggi percepibili segnali ottimistici nella crescente e maggiormente stabile domanda di acciaio”, nel siderurgico di Taranto il blocco produttivo dei mesi passati, “ha condizionato e continua ad incidere in modo inevitabile sulla possibilità di poter saturate gli impianti di laminazione e rilavorazione a valle del ciclo produttivo sia per lo stabilimento di Taranto ma anche per i centri di lavorazione e laminazione a freddo del Nord Italia (Genova, Novi Ligure e Racconigi) con ovvie ricadute sulla possibilità di impiego in modo continuativo del personale addetto a tali impianti”. Lo scrive il direttore delle Risorse umane di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), Arturo Ferrucci, nella lettera inviata oggi ai sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl, nonchè a Confindustria Taranto, dove ufficializza una nuova tranche di cassa integrazione (stavolta ordinaria) per 13 settimane e per un numero massimo di 3500 unità (8200 sono i diretti del sito industriale di Taranto) come media settimanale.

Il blocco produttivo cui fa riferimento Ferrucci nella lettera sindacati ha riguardato prima la fermata non programmata dell’altoforno 2, “che ha riguardato la riduzione della capacità produttiva di ghisa di circa 5mila tonnellate al giorno, con conseguente fermata dell’acciaieria 1”, e poi la fermata dell’altoforno 4 per 60 giorni da aprile a giugno scorsi “con ulteriore mancata produzione di circa 5mila tonnellate giorno di ghisa con conseguente fermata dell’acciaieria 1”. La fermata dell’altoforno 4, già programmata mesi fa, è stata posticipata perché era già fermo l’altoforno 2 con la conclusione, da parte di Ilva in amministrazione straordinaria, dei lavori di messa a norma sia per quanto riguarda la sicurezza che gli aspetti ambientali così come ordinato dalla Magistratura dopo un incidente mortale sul lavoro degli anni scorsi. Lo stop dei due altoforni seppure in tempi diversi ha così privato lo stabilimento di Taranto di 10mila tonnellate al giorno di ghisa da trasformare a valle in acciaio. La nuova cassa ordinaria si aggancia a quella post Covid durata 13 settimane con la legge n. 69 del 2021 e in scadenza il prossimo 25 settembre. Infine oggi pomeriggi intorno alle 15 è previsto un nuovo incontro, dopo la presentazione di ieri, tra il nuovo responsabile delle relazioni industriali del sito di Taranto, Pietro Golini, e i sindacati metalmeccanici. (AGI)
TA1/CHC

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