MIGLIAIA IN STRADA PER L’EX ILVA

RIUSCITA LA MANIFESTAZIONE DI LAVORATORI, SINDACATI E ASSOCIAZIONI DATORIALI

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Si è conclusa la
manifestazione di protesta per la crisi dell’indotto di
Acciaierie d’Italia, ex Ilva, promossa oggi a Taranto dai
sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, e alla quale hanno aderito
anche le associazioni dello stesso indotto: Aigi, Casartigiani e
Confapi. Promotori e aderenti parlano congiuntamente di
“protesta riuscita”. La mobilitazione ha riguardato solo il
personale delle imprese appaltatrici, non i diretti di
Acciaierie. Il corteo, partito dalla portineria imprese, ha
attraversato tutto il perimetro esterno della fabbrica,
transitando prima davanti ai tubifici (dismessi), poi dalla zona
dei parchi minerali per arrivare infine sotto la direzione di
stabilimento, dove i manifestanti hanno sostato, e quindi
dirigersi verso le altre portinerie C e D e tornare da dove si
era partiti, cioe’ la portineria imprese. Piu’ di quattro ore di
corteo, concentramento cominciato intorno alle 7, 6mila
partecipanti, secondo valutazioni comuni di sindacati e
associazioni di imprese, un centinaio di mezzi aziendali al
seguito. Bloccate durante il transito le strade Taranto-Statte,
una corsia della superstrada Brindisi-Taranto direzione svincoli
Bari e Reggio Calabria, la statale per Bari. “Una manifestazione
eccezionale, unica, mai vista, parliamo di piu’ di 3 chilometri
di fila tra indotto, sindacati e 100 mezzi”, dichiara Fabio
Greco, presidente di Aigi, l’associazione di imprese piu’
rappresentativa dell’indotto di Acciaierie d’Italia. E Valerio
D’Alo’ della Fim Cisl nazionale: “La massiccia adesione dei
lavoratori alla mobilitazione di questa mattina deve essere il
segnale per il Governo di comprendere che i passi che si faranno
per salvare l’ex-Ilva dovranno tenere in debita considerazione e
tutelare tutti lavoratori diretti e delle imprese”. Mentre per
Loris Scarpa, della Fiom Cgil nazionale, “e’ una mobilitazione
che parla a tutto il Paese. E’ necessario archiviare
immediatamente la stagione di Arcelor Mittal e affrontare il
futuro, che non puo’ passare per il fermo degli impianti e la
collocazione in cassa integrazione dei lavoratori. L’acciaio e
la decarbonizzazione si fanno con le persone che lavorano,
tutelando la salute e l’ambiente”. E conclude la Uilm: “Siamo
migliaia di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno lottano per
difendere i loro diritti, il loro futuro, il loro territorio.
Siamo stanchi di questa vertenza irrisolta, che mette a rischio
la nostra salute, la nostra sicurezza, la nostra dignita’. Ma
non ci fermiamo e non ci pieghiamo”. (foto Francesco Manfuso)

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