Trentasette anni, grottagliese, lavoratore e scrittore, Emanuele Siliberto si accinge a presentare a Taranto il suo primo romanzo: “Il cacciatore di conchiglie”, edito da Apollo edizioni. È un testo che, affrontando tematiche serie esistenziali, indagando sul dolore e sulle fragilità umane, offre al lettore numerosi spunti di riflessione. Attraverso uno stile semplice e chiaro.
Dalla prefazione di Isa Grassano: “’La mia felicità’ non è in vendita. Ruota attorno a questo concetto la storia di Oliviero, un impavido, schivo e solitario uomo di montagna, che rifiuta cifre esorbitanti pur di non vendere il suo terreno. Cosa rara in questi tempi, dove tutto si basa sul denaro”. Le caratteristiche originarie del personaggio raccontano l’anticonformismo e la genuinità dello stesso scrittore. Che non a caso presenta il suo libro l’otto marzo. Gli abbiamo chiesto una riflessione sulla ricorrenza odierna, celebrata con iniziative e dibattiti. “Sono un sentimentalista, credo nell’amore, considero le donne una ‘via luminosa’”. “Fatta questa premessa – confida Siliberto – aggiungo che la festa della donna, purtroppo, è orfana del suo profondo significato: purtroppo siamo lontani dall’otto marzo…” Educare alla cultura del rispetto è compito universale. Un compito che nessuno di noi può snobbare.
“Il rispetto andrebbe costruito su basi solide, quali la coscienza delle fragilità umane, l’accettazione dell’abbandono; e andrebbe costruito imparando a coltivare il proprio ‘io’. È un discorso generale che riguarda gli uomini in particolare, nei confronti del gentil sesso”. Come confermato dalla realtà, dalle pagine più buie dell’attualità, tra molestie sessuali e violenze di ogni genere, la strada da fare è ancora tanta… In veste di scrittore, ovvero di artista, Siliberto fa la sua parte proponendoci un romanzo delicato, dal quale imparare. A partire dal protagonista, che dalla vendita del suo casale andrà incontro ad una felicità più grande: “Andare a ‘caccia’ di conchiglie. Un rito semplice ma carico di significato – si legge nel testo – Un rito che riporta al passato, ai ricordi e dà la forza per affrontare il presente. E saranno proprio questi gusci che fanno rumore sotto i piedi e fanno vibrare l’aria, belli da accarezzare tra le mani, a risvegliare i fremiti e il desiderio. Perché in fondo, come diceva Platone: ‘siamo legati ai nostri corpi come un’ostrica alla conchiglia’”. Emozioni e immagini saranno sviluppate dall’autore nella città dei due mari. Oltre ai contenuti di un libro raffinato che, già presentato quest’anno, a Milano e a Sesto San Giovanni, è apprezzato dalla critica e dai lettori in modo trasversale: piace in tutta Italia. Anche perché si legge tutto d’un fiato. Il lavoro di un esordiente, inoltre, va sempre incoraggiato.
Appuntamento da Mondadori Bookstore, questa sera, a partire dalle ore 19.00 – modera l’incontro la giornalista Raffaella Capriglia. (Paolo Arrivo)
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