Acquedotto

ILVA, PERRINI: “SITUAZIONE DRAMMATICA, STO CON I LAVORATORI DIRETTI E DELL’INDOTTO”

L'intervento del consigliere regionale di Direzione Italia - Noi con l'Italia

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La situazione è critica. Anzi, drammatica. E’ un momento particolarmente difficile, non che le cose siano mai state in discesa,  per i lavoratori diretti e dell’indotto Ilva. Davvero non c’è pace. E non posso che esprimere la mia totale vicinanza a loro, perché come spesso ho ripetuto, sono stato operaio in fabbrica anch’io, e so bene in quale contesto ostile lavorano ogni giorno.  Questa totale non curanza nei loro confronti e questo voler scaricare su di loro tutto il peso di una trattativa che si è incancrenita strada facendo, è oggettivamente intollerabile. Per questo dico che condivido la dura presa di posizione dei sindacati che chiedono un coinvolgimento forte di ogni singolo rappresentante politico dell’arco jonico, affinchè ci sia “una radicale modifica dell’impostazione data da Mittal alla trattativa in materia di organici e salari”. E’ chiaro che gli esuberi sono inaccettabili così come è inaccettabile che si possa solo pensare di annullare tutti i diritti che gli operai Ilva si sono guadagnati sul campo. Ma non è solo ai lavoratori diretti che penso oggi. Spiace leggere di scioperi annunciati da parte di alcuni lavoratori dell’indotto che non hanno ricevuto lo stipendio di Aprile e che a Marzo hanno ricevuto solo un acconto. Questa è la conseguenza di come vivono oggi le ditte dell’appalto continuamente in difficoltà a causa di una cattiva gestione commissariale. Alle aziende le fatture vengono saldate solo dopo mesi oltre la scadenza, andando a gravare su una condizione già fortemente compromessa dalle oramai note vicende legate ai crediti pregressi (150 milioni complessivi). In questo contesto la politica di centrosinistra che fa? Litiga e litiga e litiga ancora. E a Roma? Chi sostiene di dover governare, perché è il primo partito in Italia, detta condizioni assurde che non consentono accordi. E qui a Taranto? O si perde il lavoro o si muore.

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