“EX ILVA, COSI’ LE BONIFICHE”

L'AUDIZIONE ALLA CAMERA DEI COMMISSARI DI ILVA IN AS

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“Acciaierie d’Italia doveva gestire circa 550 milioni” mentre “circa 600 milioni erano affidati all’amministrazione straordinaria”. Lo hanno dichiarato oggi pomeriggio alle commissioni della Camera, in audizione, i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria (la società proprietaria degli stabilimenti), Alessandro Danovi, Antonio Lupo e Francesco Ardito, facendo il punto sulle somme provenienti dagli industriali siderurgici Riva (1.157 milioni) e destinati alle bonifiche delle aree inquinate. I Riva sono stati  proprietari e gestori degli impianti siderurgici sino ai primi mesi del 2013, quando fu poi deciso il commissariamento della società Ilva da parte del Governo.

In particolare, “351 milioni di euro vanno agli interventi di decontaminazione dello stabilimento e 188 milioni per bonifiche del sottosuolo, sempre nello stabilimento”. “Abbiamo in corso una  serie di attività complesse sul fronte della bonifica nelle quali stiamo impiegando a rotazione 170 dipendenti, pari a 38 al giorno”, hanno aggiunto i commissari.
Il Milleproroghe, hanno proseguito i commissari Ilva, “modifica in qualche modo quello che è il patrimonio destinato” per le bonifiche. Nel 2017, è stato ricordato, la precedente gestione commissariale di Ilva sottoscrisse un accordo transattivo con la famiglia Riva. A valle di un contenzioso che opponeva Ilva in amministrazione straordinaria ai Riva, somme per circa un miliardo di euro venivano destinate all’amministrazione straordinaria “in esecuzione del principio ‘chi inquina, paga’. Dalla famiglia Riva sono poi arrivati ulteriori fondi per 230 milioni, di cui 145 destinati a supporto della gestione corrente di Ilva”.
“Si è così venuto a formare il patrimonio destinato – hanno dichiarato  i commissari di Ilva – che è un patrimonio regolato dal decreto legge n. 1 del 2015 ed è destinato all’esecuzione di interventi di disinquinamento del sito ambientale di Taranto”. Nello specifico, le somme del patrimonio destinato sono andate a due tipologie di interventi: piano di misura per le attività di tutela ambientale e sanitaria in base al Dpcm del 2017 e interventi di bonifica e messa in sicurezza di aree in parte in capo all’attuale gestore della fabbrica, Acciaierie d’Italia, e in parte escluse. Per i fondi facenti capo ad Acciaierie d’Italia, ha precisato Lupo, dei 352 milioni allocati col Dpcm del 2017, “sono stati spesi 89 milioni. Mentre per gli altri 188 milioni che dovrebbe sempre gestire Acciaierie d’Italia, si tratta di somme che dovrebbero essere utilizzati per ulteriori interventi di decontaminazione nello stabilimento a valle di attività di caratterizzazione”. Invece per  le somme destinate a Ilva in amministrazione straordinaria, “ci sono 617 milioni a disposizione. Di questi, 444 milioni sono stati allocati dall’amministrazione straordinaria con l’individuazione di singoli budget di spesa”. Di questi fondi, “attualmente sono stati impegnati 69 milioni, l’11 per cento, e utilizzati 25 milioni. Per i fondi impegnati, si tratta tutti di ordini già emessi”. I commissari hanno precisato di avere 18 aree da gestire, di cui 3 sotto sequestro da parte della Magistratura.

E sul fronte delle bonifiche, annunciato dai commissari che “è stato completato un intervento importante: quello per la discarica Due Mari, la più grande che abbiamo, estesa 14 ettari. È consistito nella copertura della sommità della discarica. Sono stati allocati 5,9 milioni”. Nello specifico, i commissari Ilva hanno fatto il punto davanti alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio nell’ambito delle audizioni informali sul decreto legge Milleproroghe. Quest’ultimo, all’articolo 21, prevede di spostare  importanti somme (575 milioni) dalla bonifica delle aree inquinate ai nuovi impianti per la decarbonizzazione del siderurgico di Taranto. Un trasferimento di fondi su cui sono già sorte contestazioni e si annunciano emendamenti abrogativi dell’articolo 21 del Milleproroghe. Dai Riva, hanno dichiarato i commissari, è giunto poco più di un miliardo. In particolare, ha spiegato  Danovi, “del miliardo e 157 milioni, il totale dei fondi confluiti nel patrimonio destinato, 617 milioni sono destinati alla bonifica e messa in sicurezza permanente delle aree esterne, alcune comprese nel piano ambientale, altre no. La restante parte, invece, è  allocata nella gestione di Acciaierie d’Italia”. (AGI)

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