COMUNE DI MARTINA FRANCA E ASS. SALAM ABBRACCIANO Il POPOLO SAHARAWI
L'assessore Tiziana Schiavone e Simona Fernandez in missione umanitaria: dal 10 al 14 marzo faranno visita ai campi profughi saharawi, per ridare il sorriso ai bimbi affetti da malformazioni facciali; per accendere i riflettori su un popolo dimenticato
Come l’anno scorso, in cui Comune di Martina Franca e Associazione Salam accolsero dieci bambini saharawi “ambasciatori di pace”, nell’ottica di una progettazione dell’accoglienza estiva, quest’anno l’Associazione Salam provvederà a far arrivare in Italia tre bambini affetti da labiopalatoschisi (labbro leporino) ed un bambino affetto da glaucoma. I bambini nati tra ottobre e novembre del 2017 verranno accolti anche quest’anno a Martina Franca, dove accompagnati dalle loro mamme saranno assistiti e visitati al fine di essere operati. Il labbro leporino – per chi non la conoscesse – è una malformazione che si presenta alla nascita causando difficoltà ad alimentarsi, parlare, sorridere e persino respirare. Ecco perchè è importante curarla in tempo soprattutto se si considera che i bambini che nascono con questa malformazione nei Paesi in via di sviluppo hanno maggiore probabilità di morire prima di aver compiuto il primo anno di vita. Pertanto Associazione Salam e Comune di Martina Franca si sono fin da subito attivate nella pianificazione del progetto umanitario, trovando immediata risposta da parte delle strutture sanitarie pugliesi per intervenire prontamente su tutti e quattro casi. Per conoscere le famiglie ed i bambini affetti dalla malformazione, la Presidente dell’Associazione Salam Simona Fernandez e l’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Martina Franca Tiziana Schiavone dal 10 al 14 marzo visiteranno i campi profughi saharawi. Incontreranno il Ministro della Salute Pubblica Saharawi per comprendere le necessità di interventi sanitari sul posto prima della partenza dei bambini, ma anche per visitare la Farmacia ed il centro di autoproduzione di farmaci. Incontreranno poi il Ministro della Gioventù nell’ottica di creare un progetto per i bambini disabili. Non sarà solo una visita istituzionale ma sarà anche finalizzata al monitoraggio delle attività in fase di svolgimento di “Cibo e Lavoro: autoprodurre con dignità” progetto avviato con la Regione Emilia Romagna e in partnership con le ong Nexus ER e Africa 70. Per l’Associazione Salam, si occuperà nei prossimi giorni l’esperta Francesca Sbiroli della formazione del personale del Ministero della Cooperazione e del Lavoro affinchè siano in condizione di svolgere in piena autonomia il monitoraggio del Progetto “Cibo e Lavoro”. “La nostra aspettativa – dichiarano l’Assessora e la Presidente – è che la Regione Puglia sino ad ora sempre sensibile a sostenere i progetti dell’Amministrazione comunale e dell’Associazione, dopo i nostri contatti – supporti anche questo nostro sogno: ridare il sorriso ai quattro bambini saharawi e spingere il mondo a riconoscere la causa di un popolo dimenticato: il popolo saharawi”
INFORMAZIONI UTILI: Il progetto “Cibo e lavoro: auto produrre con dignità” cofinanziato dall’Agenzia italiana di Cooperazione allo Sviluppo prende avvio ufficialmente il 20 marzo 2017.
Il progetto si sta attuando in Algeria (Campi Profughi Sahrawi) e vede come controparti istituzionali il Ministero di Salute Pubblica ed il Ministero de Desarrollo della Repubblica Araba Sahrawi Democratica. Sono Partner italiani: Regione Emilia Romagna, Anci Toscana, UNIMI-Icans, NEXUS ER , Associazione Salam e SIVtro VSF Italia.
RESOCONTO: L’Associazione Salam ha accolto dieci bambini saharawi 4 bambine e 6 bambini ospiti dal sei fino al 12 agosto 2017 presso la sede delle Suore di Santa Maria Ausiliatrice di Martina Franca. L’Associazione che opera come ente attuatore di centri di prima e seconda accoglienza in Italia, fin dalla sua nascita e costituzione si è sempre impegnata a sviluppare progetti di cooperazione internazionale, in particolare del bacino Mediterraneo, privilegiando la causa del popolo saharawi, che sopravvive da oltre 40 anni in condizioni precarie in un territorio ostile, colpito dalla non applicazione del diritto internazionale sull’autodeterminazione dei popoli.
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