“ARCELOR, INGIUSTA DECURTAZIONE DELL’UNA TANTUM”

La protesta dei sindacati confederali

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Col pagamento della retribuzione di giugno, “sulla prima tranche dell’una tantum è stata effettuata una decurtazione dell’importo previsto in proporzione alla riduzione delle ore lavorate in virtù del ricorso alla cassa integrazione ordinaria Covid 19”. Lo scrivono i segretari nazionali di Fim, D’Alò, Fiom, Venturi, e Uilm, Gambardella, all’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Morselli, e al direttore delle risorse umane del gruppo, Ferrucci, contestando tale riduzione. L’una tantum – rammentano Fim, Fiom e Uilm – è disciplinata dall’accordo al Mise di settembre 2018 e prevede che ArcelorMittal la eroghi al posto del premio di risultato “per un importo pari al 3 per cento della retribuzione lorda annua”.

I sindacati ritengono “ingiustificata” la decurtazione fatta da ArcelorMittal “trattandosi di una voce retributiva a cifra fissa e non soggetta ad alcuna condizione tanto più in ragione di un evento di emergenza sanitaria e di salute pubblica “eccezionale” oltreché drammatica e non predeterminabile”.
I segretari nazionali responsabili della siderurgia per le tre sigle metalmeccaniche chiedono ad ArcelorMittal un “indispensabile chiarimento”.
Con altra comunicazione, i rappresentanti sindacali di Taranto chiedono invece ad ArcelorMittal di intervenire nelle officine centrali dove i lavoratori sono esposti ad “un fortissimo stress microclimatico”. Viene chiesto all’azienda “un intervento tecnico e gestionale atto a ridurre nell’immediato tale aggravio”. Con una ulteriore comunicazione, sempre i sindacati di Taranto denunciano la mancanza di tute da lavoro e di altri dispositivi di protezione individuale in fabbrica. “Facciamo notare – scrivono i sindacati all’azienda – che viviamo in una stagione in cui l’esposizione microclimatica è più gravosa delle altre” oltre a rimarcare che tute e dispositivi protettivi sono soggetti a “particolari condizioni di utilizzo e deterioramento”. “Tale circostanza è per noi insostenibile, oltre che in violazione di tutte le norme e leggi in materia di sicurezza sul lavoro”concludono i sindacati, che a fronte di un mancato “celere” e “tempestivo” intervento di ArcelorMittal, già preannunciano il ricorso agli “enti competenti”. (AGI)

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