TUTTI UNITI, “NON TOCCATE LE COZZE DI TARANTO”
Dopo le dichiarazioni del giornalista Magistà sulla Rai
Tutti uniti per difendere le cozze di Taranto. Hanno suscitato un vespaio di polemiche di dichiarazioni rilasciate nel corso di una trasmissione Rai dal giornalista Vincenzo Magistà che ha dichiarato: “le cozze di Taranto sono tutte inquinate dalla diossina eppure le mangiamo lo stesso”.
Queste alcune delle reazioni:
ASL TARANTO
In riscontro a quanto emerso sulla stampa sull’argomento in oggetto, il Dipartimento di prevenzione di Asl Taranto chiarisce quanto segue.
“Dal 2011 il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto ha elaborato, di concerto con le altre istituzioni coinvolte, piani mirati di controllo sanitario della filiera della mitilicoltura al fine di scongiurare l’immissione in commercio e il consumo di prodotti non rispondenti ai criteri di sicurezza alimentare stabiliti dalla normativa vigente e ha, al contempo, emanato ordinanze volte al divieto di commercializzazione dei mitili allevati in contrasto con le disposizioni sanitarie impartite. In ottemperanza ai Piani di monitoraggio e sorveglianza, da febbraio 2011 il Servizio Veterinario del Dipartimento di Prevenzione di Asl Taranto ha effettuato n. 1247 prelievi di mitili per la ricerca di diossine (PCDD e PCDF) e PCB ( PCB-DL e PCB-NDL) nelle aree classificate per la molluschicoltura (Primo Seno Mar Piccolo, Secondo Seno Mar Piccolo, Mar Grande) riscontrando complessivamente n. 126 non conformità ai limiti di legge, esclusivamente nei mitili allevati nel Primo seno e ha disposto, nel contempo e in successione, una serie di ordinanze culminate nella ordinanza del Presidente della Regione Puglia n. 379/24, con cui si confermava quanto già disposto nelle precedenti ordinanze, cioè il divieto di prelievo e commercializzazione dei mitili presenti nel Primo seno del Mar Piccolo. Rimane consentita la captazione del seme, l’allevamento del novellame e il suo spostamento previo campionamento ufficiale ed esiti di conformità, entro il 28 febbraio di ogni anno.
La valutazione degli esiti nel corso degli anni ha permesso di concludere che le non conformità riscontrate sono ascrivibili alla contaminazione dei sedimenti presenti nel Primo seno del Mar Piccolo di Taranto che, una volta in sospensione, vengono copiosamente filtrati e accumulati nell’organismo dei molluschi bivalvi soprattutto nel periodo estivo. In estate l’aumento delle temperature marine, del metabolismo dei mitili e della loro componente grassa, determina un accumulo dei contaminanti il cui tenore supera i limiti di legge. A differenza delle cozze adulte, il novellame, avendo capacità filtratorie inferiori e permanendo in situ nel periodo invernale con basse temperature, non ha tendenza al bio-accumulo come ampiamente dimostrato dai referti analitici pervenuti nel corso dei numerosi anni di indagine.
Il Dipartimento di prevenzione ha promosso un’azione di contrasto alle violazioni della Ordinanza Regionale e delle disposizioni sanitarie impartite con numerose iniziative, molte delle quali non emerse a clamori della stampa e non per questo meno efficaci. Tali interventi sono stati svolti con il supporto di Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri del NAS sia in ambiente marino che in ambito terrestre, a seconda delle rispettive competenze nei confronti di allevatori che operavano in maniera difforme al dettato normativo, di allevatori e venditori abusivi e di chi incautamente commercializzava e somministrava mitili senza garanzia di tracciabilità alcuna. In relazione a questo, sono state comminate diverse sanzioni amministrative e distrutte numerose tonnellate di mitili non accompagnati dalla certificazione sanitaria prevista dalla legge.
L’attuazione di queste misure di controllo sanitario risulta strategica ai fini della tutela della salute pubblica, consentendo al contempo di lasciare impregiudicate la qualità e la quantità della produzione mitilicola tarantina ove e quando consentita. La presenza dei mitili a taglia commerciale nel primo seno del Mar Piccolo nei mesi estivi è indispensabile e funzionale all’esecuzione dei controlli ufficiali finalizzati a consentire le valutazioni scientifiche in merito a possibili variazioni del trend di contaminazione e giammai per la raccolta e l’immissione in commercio.
Preventivamente a tali interventi di repressione, sono stati svolti incontri formativi con gli operatori della filiera produttiva specifica, con le Associazioni di categoria e con le altre Autorità preposte al controllo in materia di che trattasi, al fine di assicurare la più ampia partecipazione collettiva possibile al raggiungimento dell’obiettivo della sicurezza alimentare.
I controlli non si fermano alla ricerca esclusiva di Diossine e PCB in quanto le disposizioni normative europee impongono il monitoraggio sanitario nelle zone classificate, per la ricerca di altri contaminanti di natura microbiologica (E. coli, Salmonella, epatite A e Norovirus), biotossicologica (PSP, DSP e altre lipotossine) e chimica (Piombo, Cadmio, Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Radionuclidi) che hanno portato a migliaia di rapporti di prova tutti conformi alla vigente normativa.
In virtù della mole di lavoro svolto dal Dipartimento di prevenzione della ASL di Taranto nel settore della molluschicoltura, delle evidenze derivate dai campionamenti sopra menzionati e dei provvedimenti conseguenti alle non conformità registrate, si può concludere che i mitili provenienti dai circuiti autorizzati rispettano tutti i parametri di sicurezza alimentare e che resta sempre alta l’attenzione del Dipartimento e degli altri Organi di Vigilanza competenti nei confronti degli operatori che non ottemperano alle disposizioni di legge.
Proprio per garantire che i controlli vengano effettuati in maniera serrata il Dipartimento di Prevenzione si è munito di un’imbarcazione ad hoc destinata alle attività di monitoraggio, sorveglianza e campionamento. Preme inoltre sottolineare come, in collaborazione con il Commissario Straordinario alle bonifiche Prof. Uricchio, la ASL di Taranto è partner fondamentale per l’esecuzione del “Progetto di decontaminazione mitili allevati nel primo seno del Mar Piccolo e spostati nelle aree classificate del mar Grande” che vede impegnata oltre alla ASL di Taranto, la Struttura Commissariale, la Guardia Costiera, il CNR di Taranto e Arpa Puglia”.
FRANCESCO COSA – ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO TARANTO
In merito alle affermazioni rilasciate in diretta televisiva dal giornalista Enzo Magistà, secondo cui le cozze di Taranto verrebbero allevate “nel Mar Piccolo inquinato dalla diossina”, riteniamo necessario fornire alcuni chiarimenti a tutela della verità, della salute dei cittadini e della dignità di un comparto produttivo che rappresenta una risorsa economica ed identitaria della città. È noto che il Primo Seno del Mar Piccolo sia sottoposto da anni a restrizioni sanitarie e a monitoraggi stringenti per la presenza di diossine e Pcb, con ordinanze regionali che regolano puntualmente le attività di mitilicoltura. Tuttavia, non corrisponde al vero l’affermazione secondo cui tutte le cozze allevate a Taranto sarebbero inevitabilmente contaminate. Arpa Puglia, insieme agli altri enti competenti, effettua controlli sistematici e annuali sullo stato delle acque e sui mitili, come previsto dalla normativa nazionale ed europea. Gli ultimi monitoraggi disponibili (anno 2023) hanno confermato la conformità dei parametri delle aree designate alla vita dei molluschi. Inoltre, è in corso un progetto interistituzionale che valuta i tempi e le modalità di decontaminazione dei mitili trasferiti in aree idonee, come il Mar Grande, a ulteriore garanzia di sicurezza alimentare. Il sistema di tracciabilità e vigilanza oggi in vigore impedisce la commercializzazione di prodotti non conformi, e assicura che soltanto i mitili rispondenti ai requisiti di legge arrivino sul mercato e sulle tavole dei consumatori. Peraltro, le acque del secondo seno dove si completa la crescita della cozza sono classificate “A”: ciò significa che i mitili una volta prelevati dal mare possono essere portati direttamente ai centri di spedizione o di trasformazione senza subire il processo di stabulazione. Possiamo pertanto affermare che ad oggi le cozze tarantine sono le più controllate d’Italia e ribadiamo che la produzione mitilicola locale se svolta nel rispetto delle regole e sotto il controllo delle autorità preposte, non rappresenta un pericolo per la salute pubblica. Dichiarazioni generalizzanti e prive di adeguata contestualizzazione rischiano solo di danneggiare un’intera comunità di produttori che opera legalmente e in piena collaborazione con le istituzioni. Questa comunicazione distorta rischia di danneggiare ulteriormente le tante famiglie per bene che con grandi sacrifici lavorano quotidianamente nella mitilicoltura, rispettando le regole e collaborando con le istituzioni per garantire qualità e sicurezza. Invitiamo quindi a trattare con equilibrio e senso di responsabilità un tema così delicato che merita rigore scientifico, rispetto per la verità e attenzione verso chi lavora onestamente per il rilancio e la sicurezza di un settore identitario per Taranto e per la Puglia.
PARTITO DEMOCRATICO
Le parole pronunciate dall’ex direttore Magistà sulla Rai rappresentano un attacco ingiusto e privo di fondamento verso una delle eccellenze identitarie della nostra città: la mitilicoltura tarantina.
Colpire le nostre cozze significa colpire Taranto, la sua storia, la sua economia e la dignità di centinaia di lavoratori onesti che operano nel rispetto delle norme sanitarie e ambientali.
Le cozze di Taranto sono sicure, controllate, depurate e certificate. I sequestri citati dimostrano non l’illegalità diffusa, ma l’efficacia dei controlli. Chi afferma il contrario diffonde disinformazione, danneggiando l’immagine della città e scoraggiando consumatori e investitori.
Il Partito Democratico di Taranto sarà sempre al fianco degli operatori del comparto mitilicolo e difenderà con forza la reputazione del nostro prodotto più rappresentativo, simbolo di resilienza e qualità.
Invitiamo tutti alla responsabilità e ad informarsi prima di diffondere giudizi che feriscono un’intera comunità.
Anna Filippetti
Segretaria provinciale Pd ionico
Giuseppe Tursi
Segretario Cittadino Pd Taranto
CONFAPI TARANTO
CONFAPI Taranto interviene a seguito dell’ennesima narrazione che oscura le potenzialità economiche del Tarantino. L’ultima dimostrazione arriva da dichiarazioni che hanno sollevato pesanti dubbi sulla qualità dei mitili allevati nel capoluogo ionico
CONFAPI Taranto interviene con fermezza in merito a fuorvianti dichiarazioni riguardanti il comparto dei mitili. Tali affermazioni generano non solo disinformazione, ma arrecano un grave danno al prestigio e alla credibilità del nostro territorio, danneggiando imprese, pescatori, cooperative e tutta la filiera che opera con trasparenza e rispetto delle normative.
Desideriamo sottolineare con chiarezza che:
- La stagione estiva appena trascorsa ha mostrato risultati positivi dal punto di vista della qualità e della produzione del prodotto mitile.
- Nel Primo Seno del Mar Piccolo esiste una ordinanza sanitaria regionale che stabilisce che le attività di coltivazione delle cozze possono restare in situ fino a fine febbraio; in seguito, le cozze devono essere trasferite, come previsto dalle autorità competenti.
- Sono già in atto importanti interventi di bonifica su cui il Commissario ha la responsabilità, volti a migliorare le condizioni ambientali e produttive del mare.
- I controlli sulle cozze di Taranto sono costanti: sequestri effettuati nei casi di produzione o commercializzazione non autorizzata dimostrano che il sistema di tutela sanitario funziona.
- Nelle zone in cui la mitilicoltura è esercitata secondo normativa – come il Secondo Seno del Mar Piccolo e il Mar Grande – non si registrano criticità strutturali di qualità del prodotto.
- Ogni cozza che arriva al consumatore è stabulata, depurata, certificata. Chi acquista cozze può verificarlo nelle pescherie e con la documentazione prevista dalla legge.
Riteniamo che questa errata narrazione dei fatti non solo offenda il lavoro quotidiano di tanti operatori seri, ma induca anche una percezione sbagliata che può avere impatti negativi su investimenti, turismo, mercato locale e sull’immagine generale del territorio.
Invitiamo pertanto chiunque, a partire da figure istituzionali e giornalisti, a verificare le fonti prima di diffondere affermazioni che possano ledere ingiustamente la reputazione delle nostre imprese. CONFAPI Taranto, in collaborazione con l’Università si rendono disponibili alla collaborazione per chiarimenti pubblici, visite guidate agli impianti di allevamento, incontri con le istituzioni, affinché prevalgano dati reali e non pregiudizi.
CONFAPI Taranto- Divisione agroalimentare


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