Sulla base del dibattito che si è aperto in provincia di Taranto circa le possibili destinazioni dei rifiuti provenienti dalla Calabria, registriamo la presa di posizione dell’avv. Rossella Durante del Movimento IDEA-CAMBIAMO di Manduria, che stigmatizza
“il silenzio o l’inefficienza dei consiglieri regionali dei rispettivi territori (Morgante e Mazzarano). Questi, infatti, che per tutta la durata del loro mandato sono stati incapaci di incidere, sia pure minimamente, sulle scelte della Regione, non solo riguardo alla gestione dei rifiuti, ma anche per gli ospedali e nel caso di Manduria persino per la scellerata localizzazione del depuratore consortile, ora si stanno esibendo in passerelle mediatiche, in vista della prossima imminente tornata elettorale.
La situazione della provincia di Taranto non è stata mai adeguatamente considerata nemmeno dagli altri consiglieri regionali eletti nel mandamento e neppure, come ci si sarebbe aspettato, da Cosimo Borraccino che non ha prodotto alcunché per la provincia di Taranto, nonostante la sua delega allo sviluppo economico, competitività, attività economiche e consumatori, Energia, Reti e Infrastrutture. Anzi, la provincia di Taranto oltre a non aver beneficiato di alcun aiuto concreto per lo sviluppo economico e meno che mai per le infrastrutture, è divenuta il bersaglio costante di veri e propri attentati all’ambiente e al diritto alla salute, come le autorizzazioni rilasciate per sopralzi di discariche e le decisioni di chiudere interi reparti ospedalieri soltanto per contenere la spesa sanitaria in danno dei cittadini più deboli, contribuendo così pure sul numero dei decessi nel corso dell’attuale pandemia.
Manduria e non solo, a causa di quest’ultima incontrastata decisione, sono destinate a subire ulteriori amare conseguenze, dettate da una politica sorda che, nel maldestro e inutile tentativo di risolvere emergenze altrui, continua ad alimentare i suoi problemi, perché accorciando la vita delle sue discariche, si predispone a future inevitabili proprie emergenze.
Non occorre essere geni per comprendere che le cittadine in oggetto non sono più neppure in grado di sostenere le immissioni di sostanze tossiche scaturenti dai rispettivi impianti che lavorano alacremente e senza sosta.
Contemporaneamente, i cittadini non possono continuare a pagare sulla propria pelle il prezzo del business assurdo legato alla gestione dei rifiuti con il pericolo di contaminazione dell’aria, ma anche del suolo e dell’acqua e con irreversibili conseguenze sull’ambiente e sulla salute pubblica.
La provincia di Taranto, conclude l’avv. Durante, non può essere la pattumiera d’Italia, non solo per le invitabili problematiche ambientali e sanitarie, ma anche per il rischio che corre di essere identificata, nell’immaginario collettivo, con i rifiuti e lo scarto che essa stessa accumula cronicamente sul proprio territorio.
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