PALOMBELLA: “ILVA, ORA RIENTRINO I LAVORATORI IN CIGO E CIGS”

Dopo la sentenza del Riesame sull'Afo2

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“Scongiurato il pericolo di fermata dell’Afo 2 e dell’ex Ilva, ora ArcelorMittal rispetti le prescrizioni vincolanti emesse dal Giudice del Riesame per evitare di avere nei tempi prescritti rischi di incidenti, e non ritrovarci nelle medesime condizioni al termine dei tempi stringenti previsti dal dispositivo giudiziario. Ora chiediamo il rientro al lavoro dei 1.273 in cigo e dei circa 1.900 in cigs per evitare migliaia di esuberi strutturali”.

Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo la decisione del Riesame sull’altoforno 2 dello stabilimento ex Ilva di Taranto.

“Le lancette tornano indietro al 5 novembre 2019 – dichiara il leader Uilm – quando ArcelorMittal dichiarò di voler recedere dal contratto di affitto. È bene che l’azienda, i commissari straordinari e il Governo sappiano che questa decisione giudiziaria non risolverà i problemi drammatici che lo stabilimento di Taranto dovrà affrontare. Il verbale di accordo, sottoscritto lo scorso 20 dicembre tra l’azienda e i commissari, non risolve assolutamente le difficoltà esistenti e non dà nessuna certezza sulle prospettive future”.

“È indispensabile – continua – che arrivi immediatamente, in concomitanza con l’avvio della trattativa tra ArcelorMittal, commissari e Governo, la convocazione di un tavolo sindacale. Qualsiasi ipotesi di accordo o assetti societari differenti, devono ripartire dalla conferma dell’accordo del 6 settembre 2018, dagli investimenti per  un totale di 2,4 miliardi di euro, in particolare 1,1 miliardi per interventi ambientali e 1,3 miliardi per quelli impiantistici, la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori, a partire da quelli che si trovano in Amministrazione straordinaria e quelli che sono nel sistema degli appalti”.

“Non faremo sconti a nessuno – prosegue – e saremo contrari a qualsiasi rinnovo della cassa integrazione ordinaria mascherata da problemi di mercato. Il Governo farebbe bene a provvedere immediatamente a rispettare gli accordi sottoscritti e a ripristinare tempestivamente l’integrazione salariale al 10% per i lavoratori attualmente in cassa integrazione in Amministrazione straordinaria”.

“Purtroppo – conclude – questa vicenda ci deve far riflettere sui rischi che si possono correre qualora le parti in causa non assolvono a un ruolo di responsabilità che gli compete”. (Agenpress)

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