MARTINA, AGGREDITO OPERATORE SANITARIO

LA SOLIDARIETA' DEL DG COLACICCO, L'ALLARME DELL'OPI

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Ennesima aggressione a un operatore sanitario presso il Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Martina Franca. Un CPI infermiere è stato colpito alla testa con molta violenza, riportando ferite, mentre era impegnato nel triage di un paziente tarantino recatosi in ospedale per un accertamento non urgente.

Giunto al pronto soccorso, il paziente in questione si è recato in toilette nei pochi minuti di attesa: al ritorno in postazione, dopo aver notato che l’infermiere effettuava il triage a un altro paziente – giunto nel frattempo gravemente ferito, con evidenti perdite di sangue, con tagli profondi da motosega – reagiva con atti di violenza verbale, psicologica e fisica contro l’operatore sanitario. Sono intervenuti prontamente gli agenti della vigilanza e, subito dopo, tramite la polizia di Stato, l’aggressore è stato identificato e denunciato.

«È un comportamento incivile, inopportuno, da censurare e condannare» – dichiara il direttore generale Vito Gregorio Colacicco, che aggiunge – «ogni giorno abbiamo notizie di gesti violenti nei confronti di operatori sanitari, azioni che restituiscono l’istantanea di un fenomeno dalla rilevanza inquietante. Siamo costantemente impegnati affinché tutti gli operatori sanitari vengano tutelati e non siano “vittime del lavoro”, come spesso accade. Sono vicino a tutti gli operatori sanitari vittime di ingiustificata violenza. Al nostro infermiere auguro buona guarigione e confermo che è mia premura tutelare il nostro personale in tutte le sedi, anche giudiziarie a difesa della persona. Siamo pronti a costituirci parte civile contro chi aggredisce il personale sanitario».

LA REAZIONE DELL’OPI

Il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto, dott. Pierpaolo Volpe, esprime la solidarietà di tutta la comunità professionale al collega aggredito durante il proprio turno di lavoro.
“La dinamica dell’aggressione non è stata ancora chiarita nei dettagli, ma stando a una prima ricostruzione dei fatti -spiega Volpe-, un utente del Pronto Soccorso avrebbe lanciato una bottiglietta piena d’acqua sul volto dell’infermiere mentre questi era impegnato in attività assistenziale. Si tratta di un gesto incivile e irrispettoso, assolutamente da condannare. Purtroppo le azioni violente nei confronti del personale sanitario sono diventate ormai una costante, aggravate dall’emergenza caldo e soprattutto dalla carenza di personale che incide sui tempi di attesa nei Pronto Soccorso. La misura è colma, tutto questo non è più tollerabile -conclude Volpe- e urge mettere in campo misure di sicurezza a tutela del personale”.

IL PRESIDENTE RSU ASL

Continuano le aggressioni al personale del pronto soccorso che sconta scelte politiche regionali miopi e scellerate  incapace di promuovere  la realtà jonica.

La rabbia dei pazienti, costretti ad attese spesso lunghe per essere curati   si riversa sugli  incolpevoli operatori del front office, Infermieri, Oss e personale ausiliario di Sanitaservice, parafulmini di un sistema sanitario ormai allo sbando e in uno stato di coma irreversibile.

I colleghi sono stanchi di ricevere messaggi di solidarietà, e chiedono a gran voce una profonda riorganizzazione del servizio. 

Il fenomeno ha ormai raggiunto livelli allarmanti, sia per il numero sempre crescente di episodi delittuosi  sia per  la gravità degli stessi, che ormai non risparmiano nessuna parte delle regioni italiane.

Sicuramente non è colpa di chi si prende cura di loro se decenni di disinvestimenti, assenza di programmazione, hanno contribuito al dissolvimento di un servizio sanitario pubblico. Neanche la legge che nel  2020 ha introdotto il reato penale di aggressione ad operatore sanitario è riuscita a invertire tale tendenza .

Evidentemente serve altro. 

Occorrono investimenti, nuove assunzioni di medici infermieri e OSS oltre ad una campagna di sensibilizzazione.

Interventi certo utili che, però, rischierebbero di non essere risolutivi se isolati o non calati in un contesto di profonda riorganizzazione dell’intero sistema di presa in cura del paziente.

La rabbia della gente, che attende ore in sala di attesa per una visita non giustifica  questi atti criminali.

Occorre ricorrere a misure certamente più incisive.

Oggi è toccato al collega infermiere P.P. del P.S. di Martina Franca che sicuramente questa mattina si è recato sul suo posto di lavoro per prendersi cura e  non per ricevere cure perché aggredito!

Fino a quando il pronto soccorso continuerà a essere l’unica porta di accesso alle cure, perché le liste di attesa rappresentano  il vero grande ostacolo  del diritto alla cura e alla salute dei cittadini.

Non chiediamo solidarietà, non vogliamo encomi, desideriamo soltanto essere trattati come tutti i lavoratori, e non è escluso che a breve, nel rispetto dell’utenza si avviino azioni clamorose.

f.to IL PRESIDENTE R.S.U. ASL TARANTO

Dott. G. Infesta

 

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