Ad una città che sta lottando per riscattarsi da un passato ingombrante, che sta riscoprendo ogni giorno le sue radici per innamorarsi di nuovo della sua storia, che si impegna per tracciare una nuova parabola del suo percorso, farebbero bene dei segnali di segno positivo, iniezioni costanti di fiducia da instillare nel tempo. Basterebbe forse la constatazione di un rinnovato entusiasmo culturale, di un nuovo fermento creativo fra le giovani generazioni, di una corrente di aria nuova che spira trasversalmente fra le varie anime territorio: politica, economica, sociale. Tutto questo, sia pure in pillole, c’è ed è disseminato nelle tante iniziative culturali che costellano il tessuto del territorio, e che costituiscono il volto di una città che crede nel suo futuro. Ci sono le idee, i protagonisti, non mancano i progetti.
L’altra faccia, purtroppo, è il degrado. Quello del saccheggio di una libreria– la Mandese– che viene privata solo dei libri di un autore buono da rivendere sui mercati paralleli e illegali. Non solo libreria, ma storica piccola casa editrice che si ritrova depauperata di parte della sua ricchezza, già non facile da costruire nell’era della lettura mordi e fuggi, per gran parte digitale, spesso frettolosa e superficiale. La solidarietà è la prassi, l’indignazione è dovere sociale. Chi danneggia una delle icone della cultura -prima ancora che esercizio commerciale – nuoce all’imprenditore ma tocca anche la coscienza culturale di tutta una città. La radice di libro, “liber”, la stessa di libertas, ci riporta al concetto di libertà. Libertà di cambiare, di migliorare la qualità del contesto in cui viviamo, creare sviluppo ecosostenibile, investire nella cultura come contrasto all’illegalità, attrarre le giovani generazioni alla fruizione di una forma di conoscenza, la scrittura, che vorremmo non morisse mai, perché è quella che nei secoli ci ha consentito di avere contezza della nostra storia.
Mentre riflettiamo su questo, cercando di capire i perché di una dicotomia evidente – le due facce di una stessa realtà- accogliamo con favore anche le buone notizie si oggi: la Puglia investirà 120 milioni di euro – fondi Ue FESR , bando “Community Library”– nella ristrutturazione di spazi per la creazione di “biblioteche di comunità”, ovvero luoghi dove non c’è solo la fruizione dei libri ma anche di attività ludiche, formazione, teatro, integrazione per gli stranieri. Taranto è la terzultima in Puglia per il numero di progetti finanziati, (13), seguita da Brindisi e Bat (Barletta Andria e Trani), ma è un seme importante che potrebbe diffondersi e attecchire favorevolmente, facendo, come auspichiamo, da forza motrice per nuovi, e rigeneranti, modelli di futuro.
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