CONSORZI DI BONIFICA, RISPUNTA IL TRIBUTO 630: LA RISPOSTA DI CONFAGRICOLTURA

Il direttore Palma preannuncia il sostegno alle aziende che faranno ricorso

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Rispunta il Tributo 630 e Confagricoltura Taranto è pronta a sostenere le aziende agricole ad ogni livello, sindacale e legale. Per gli agricoltori è il ritorno di un odiato balzello, che riporta a galla vecchie ruggini con i Consorzi di Bonifica e strascichi legali approdati nelle commissioni tributarie. Scintille destinate a riaccendersi dopo che il commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica Stornara e Tara, Arneo, Ugento li Foggi e Terre d’Apulia, Alfredo Borzillo, ha deciso di riprendere l’emissione del ruolo per il tanto discusso tributo 630.

«In questi giorni – avverte Carmine Palma, direttore di Confagricoltura Taranto – la Soget sta notificando il tributo per l’anno 2015. Abbiamo già consigliato ai nostri associati di controllare le caselle di posta certificata per un’opportuna verifica». L’altra pessima novità è che, a differenza degli anni precedenti, il perimetro di contribuenza è stato allargato ed interesserà anche l’Area Nord Orientale della provincia: da Taranto sino a Grottaglie e San Giorgio Ionico e oltre.

Confagricoltura, anche su questo versante, annuncia battaglia: «Abbiamo contestato tale modo unilaterale di operare – rimarca Palma – ma il commissario si è giustificato con la motivazione di essere stato “costretto” ad emettere i ruoli, altrimenti sarebbe stato chiamato a risponderne personalmente alla Corte dei Conti. Inoltre ci ha preannunciato che, per lo stesso motivo, entro il 2018, verranno messi a ruolo i successivi anni: 2016, 2017 e 2018».
Le aziende agricole, c’è da immaginarlo, non resteranno a guardare. E Confagricoltura Taranto è pronta ad offrire tutto il sostegno possibile:
«Come già accaduto negli anni precedenti – conferma il direttore – siamo a disposizione con i nostri legali per tutti coloro che ritengono di contestare con opposizione il ruolo notificato. Il principio cardine del ricorso resta quello di sempre, ossia il mancato effettivo beneficio ricevuto dall’azienda a fronte dell’emissione del tributo da parte del Consorzio. Questa motivazione dovrà essere avvalorata da una perizia giurata che, in sede di dibattimento davanti alla Commissione Tributaria, sarà onere del Consorzio ribaltare».

Risultato tutt’altro che scontato, visti i numerosi precedenti favorevoli alle aziende: «Per l’anno 2014 – ricorda il direttore Palma – abbiamo vinto tutti i ricorsi nelle commissioni tributarie, che hanno condannato il Consorzio a pagare anche le spese legali. Il commissario ha cercato di aggirare il giudizio avverso ricorrendo in appello, in modo da poter continuare ad emettere i ruoli per gli anni successivi. Un azzardo notevole perché, in caso di una nuova sconfitta in secondo grado, si genererà un costo enorme in spese legali a carico dello stesso Consorzio». Di qui la controproposta di Confagricoltura: «Per evitare un possibile danno erariale, il Consorzio dovrebbe ritirare in prima battuta gli appelli, stralciare le posizioni delle aziende che hanno già avuto ragione in sede legale e quindi aprire un confronto per verificare tutte le altre». Confronto serrato ma più ragionevole.

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