TARANTO, VENERDI’ 2 MARCIA PER LA PACE

Organizzato da una rete di associazioni, parrocchie e sindacati

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“Chiediamo che le armi tacciano e che i governanti di tutti i paesi in guerra facciano prevalere il buon senso e il rispetto della Vita: dei propri connazionali e degli uomini e delle donne di tutto il mondo”. Così il Comitato per la pace fondato a Taranto da una rete di associazioni, parrocchie e sindacati che ha organizzato per venerdì 2 dicembre la “Marcia per la pace” per dire no alla guerra in Ucraina e a tutti i conflitti bellici. La marcia – aperta anche alle scuole – partirà alle ore 10 da piazza Marconi (appuntamento alle ore 9.30) e arriverà alle 11.30 in piazza Carmine (percorrendo l’itinerario che va da Piazza Marconi, via Dante, via Crispi, Via Di Palma, via D’Aquino). Il corteo sarà accolto dalle note musicali degli studenti del Conservatorio Paisiello e del liceo musicale Archita. Alle 19 dello stesso giorno in piazza Carmine si terranno alcuni intrattenimenti artistico-musicali. A seguire, alle ore 20, tutti partecipanti realizzeranno un gesto segno di pace e poi alle 20.30, all’interno della parrocchia del Carmine, si terrà un’esibizione musicale dell’artista Grazia Maremonti e del complesso di musica popolare Yarakà. “Nessuna ragione politica, economica, religiosa – affermano gli organizzatori in un documento unitario – e di nessun altro tipo, può giustificare il ricorso alla guerra. Avvertiamo, nel nostro piccolo, il bisogno di farci testimoni della Pace, della ‘convivialità delle differenze’, del dialogo, del confronto, del permanente sforzo di mediazione”. Il Comitato per la pace ritiene “in particolare che, rispetto al rischio di una catastrofe infinita che deriverebbe dall’uso del nucleare ai fini bellici, ogni uomo e ogni donna di buon senso, debbano farsi costruttori di pace e testimoniare, anche con gesti, questo grande bisogno di recupero del dialogo, del confronto, di armonia. Chiediamo dunque che si percorrano tutte le strade possibili per pervenire ad un negoziato di pace tra tutti gli Stati in conflitto”. 

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