SOLO DUE OFFERTE PER TUTTA L’ILVA. SCONCERTO DEI SINDACATI

DUE OFFERTE AMERICANE BEDROCK E FLACKS: GLI ALTRI VOGLIONO LO SPEZZATINO

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Ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in As e di Ilva in As sono arrivate 10 offerte per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva.Tra le offerte ricevute, due sono per tutti i complessi aziendali: Bedrock Industries e cordata Flacks Group + Steel Business Europe.Sono otto, invece, le offerte interessate a singoli asset: Renexia (Gruppo Toto), Industrie Metalli Cardinale (IMC), Marcegaglia, Cordata Marcegaglia + Sideralba, CAR Srl, Cordata Marcegaglia + Profilmec + Eusider, Eusider e Trans Isole.Lo riferiscono i commissari in una nota.

Renexia, subholding del gruppo Toto, ha presentato una manifestazione di interesse per i servizi ancillari dell’ex Ilva che prevede un investimento complessivo di circa 5 miliardi di euro.Lo rende noto il Gruppo che si candida a progettare, realizzare e gestire i seguenti impianti ancillari al Complesso ex Ilva: il rigassificatore, con un “investimento complessivo di un miliardo di euro e con una ricaduta sull’occupazione di 100 unità”; l’impianto di produzione Dri, con un “investimento stimato pari a 3,2 miliardi di euro, con livelli occupazionali a regime pari a 600-700 unità”; la centrale termoelettrica, con un “investimento stimato pari a 550 milioni di euro con livelli occupazionali a 50-100 unità”; la carpenteria con un “investimento previsto di 150 milioni di euro con livelli occupazionali attesi pari a 500-600 unità a regime”.

LE REAZIONI: UILM

“La gara per la vendita dell’ex Ilva si è conclusa, purtroppo come prevedibile, con un fallimento totale.Le manifestazioni di interesse per l’intero Gruppo sono state presentate solo da due fondi di investimento che non hanno alcuna solidità industriale e progettuale, peraltro con offerte risibili”. Lo afferma Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.”Purtroppo non siamo meravigliati dell’esito della gara perché, fin dall’inizio, eravamo convinti che anche questa riapertura del bando non avrebbe portato a niente.È stato l’estremo gesto del ministro Urso per evitare di certificare l’incapacità sua e del governo di rilanciare effettivamente l’ex Ilva, con il rifacimento e la messa in sicurezza degli impianti, l’aumento della produzione e l’avvio della decarbonizzazione”, sottolinea il leader sindacale.”Una responsabilità che non appartiene solo al governo ma anche ai commissari che si sono dimostrati inadeguati al rilancio dell’ex Ilva, facendo pagare ai lavoratori le loro scelte sbagliate, aumentando a dismisura la cassa integrazione, e a chi ha strumentalizzato politicamente e ideologicamente questa vicenda”, dice ancora Palombella, facendo presente che “ora per evitare la chiusura totale dell’ex Ilva e un disastro ambientale, occupazionale e predittivo senza precedenti c’è solo una strada: la nazionalizzazione”. Nel frattempo negli stabilimenti “registriamo una situazione preoccupante – aggiunge il leader Uilm – con aumento della cassa integrazione e l’unico altoforno in marcia che si è fermato temporaneamente, per l’ennesima volta, per un guasto tecnico, e una condizione economica aziendale con ingenti perdite”. Per cui “ribadiamo la nostra ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi scellerata di spezzatino con la vendita di singoli impianti o siti e chiediamo un immediato incontro a Palazzo Chigi”, conclude Palombella.

USB

“L’attuale situazione che vede in piedi 10 offerte per l’acquisizione degli stabilimenti, di cui solo due per l’intero asset produttivo, chiarisce, qualora non fosse ancora evidente, che la nazionalizzazione è l’unica via percorribile per mettere al sicuro 18mila lavoratori e le relative famiglie”. Lo dichiarano Francesco Rizzo e Sasha Colautti, esecutivo nazionale Usb, commentando l’incertezza sul futuro dell’ex Ilva. “Lo ribadiamo ormai da 13 anni, e il governo continua invece caparbiamente a fare tentativi di vendita a privati, anche dopo la fallimentare esperienza di Arcelor Mittal”. I sindacalisti respingono l’ipotesi di una vendita a pezzi: “Non accetteremo mai che si proceda così. Si metta innanzitutto fine alla logorante attesa in cui vengono lasciati i lavoratori, sia i diretti – per i quali è stato chiesto un aumento inaccettabile delle ore di cassa integrazione (4.450, di cui 3.803 a Taranto) – sia quelli di Ilva in amministrazione straordinaria e degli appalti”.
Per Usb “inutile tenere l’incontro di lunedì sugli ammortizzatori sociali in un momento in cui regna sovrana la confusione. Si convochi prima un confronto a Palazzo Chigi e si mettano in campo strumenti per salvare i lavoratori. Prima dell’Ilva si salvino i lavoratori e le loro famiglie”.

FIM CISL

Vendita ex Ilva: il punto del segretario nazionale della FIM CISL Valerio D’Alò.

FIOM CGIL

“Adesso il Governo prenda una decisione chiara sull’ex Ilva, azienda strategica e di interesse nazionale, occorre passare velocemente ad una società a capitale pubblico che garantisca la continuità produttiva, attraverso investimenti certi e l’avvio del processo di decarbonizzazione.
Come volevasi dimostrare non ci sono interessi industriali che si siano manifestati alla gara per la vendita dell’ex Ilva, ma solo speculazioni finanziarie.
L’unica cosa certa, in questo momento, è che mancano le risorse necessarie a garantire continuità e gli interventi di manutenzione per la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente, situazione che porta alla richiesta di aumento della cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori che continuano a pagare scelte sbagliate e gli indugi del Governo. La Presidente del Consiglio prenda atto che il piano industriale proposto dai commissari che prevede l’integrità del gruppo e la decarbonizzazione non si fa con i bandi di vendita del Ministro Urso ma con la costituzione di una società pubblica necessaria a garantire l’occupazione, l’ambiente, la continuità produttiva e la decarbonizzazione.
Serve urgentemente che il Governo convochi Fim, Fiom, Uilm al tavolo permanente a Palazzo Chigi per affrontare questi temi”.

Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil

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