Imponente operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto che ha eseguito in provincia e in varie città d’Italia, 25 ordinanze di custodia cautelare a conclusione delle indagini dirette e coordinate dalla DDA di Lecce, nei confronti di appartenenti ad un sodalizio criminale di stampo mafioso dedito al traffico organizzato di stupefacenti, alle estorsioni e al traffico di banconote false. Nell’ambito della stessa operazione si stanno eseguendo anche altre 5 ordinanze richieste dalla Procura della Repubblica di Taranto nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione, rapina e spaccio di stupefacenti.
Sono in corso numerose perquisizioni effettuate anche con l’ausilio di cani antidorga del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno. Nell’attività sono impegnati circa 150 Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, nonché un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese.
Ed ecco i dettagli dell’operazione. Era il boss Giovanni Giuliano Cagnazzo che continuava a gestire il clan di Lizzano, affiliato alla Sacra corona unita, grazie ai “pizzini” che faceva uscire dalla sua cella nel carcere di Prato. Messaggi che nascondeva nella biancheria sporca che consegnava ad una donna che faceva da portaordini. Così le direttive arrivavano ai luogotenenti sul territorio che orchestravano le attività criminali nel versante orientale della provincia jonica. Sino a questa mattina, quando è scattata l’operazione denominata “Mercurio”, dal nome del messaggero del dei. La grande retata è partita alle prime luci dell’alba. Con i carabinieri di Taranto e della compagnia di Manduria che hanno eseguito una raffica di ordinanze di custodia cautelare. Nel mirino dei militari del comando provinciale di Taranto una associazione per delinquere di stampo mafioso, dedito al traffico e allo spaccio di droga, ma anche alle estorsioni e al traffico di banconote false. Il sodalizio avrebbe operato nel versante orientale della provincia.
Nel dettaglio, i carabinieri al comando del colonnello Luca Steffensen hanno eseguito 31 misure cautelari, 22 in carcere, 4 agli arresti domiciliari mentre per 5 inquisiti è stato disposto l’obbligo di dimora. I provvedimenti sono il punto di arrivo delle indagini condotte dalla Dda di Lecce dal 2016. Nell’ambito della stessa operazione i militari hanno arrestato altre cinque persone, su provvedimenti richiesti dalla procura di Taranto, con le accuse di estorsione, rapina e spaccio di droga.
Secondo gli inquirenti, il timone del clan sarebbe rimasto saldamente nelle mani del boss lizzanese Giovanni Giuliano Cagnazzo, nonostante sia da tempo ristretto in carcere. Tra le attività contestate al sodalizio una serie di estorsione imposte a suon di molotov e attentati incendiari ai lidi della litoranea salentina. Ai titolari degli stabilimenti balneari sarebbe stato imposto un “pizzo” oscillante tra i 10.000 e i 20.000 euro a stagione estiva. Nell’operazione scattata all’alba sono stati impiegati ben 150 carabinieri del comando di Taranto, supportati dalle unità cinofile del comando di Modugno, e da un elicottero del sesto elinucleo dei carabinieri di Bari Palese.
Gli arrestati sono:
Graziano Bernardi, ventiseienne di Torricella; Costantino Bianchini, trentanovenne di Lizzano; Gregorio Bianco, trentunenne di Lizzano; Giovanni Giuliano Cagnazzo, sessantacinquenne di Lizzano; Angelo Antonio Cavallo, quarantaquattrenne di Maruggio; Alfonso Convertini, quarantaduenne di Lizzano; Alessandro Di Punzio, ventiduenne di Lizzano; Vito Di Punzio, venticinquenne di Lizzano; Gianfranco Fiorino, trentaduenne di Lizzano;
Francesco Gualano, cinquantaseienne di Lizzano; Ubaldo Petraroli, trentaquattrenne di Lizzano; Andrea Petronelli, trentaduenne di Lizzano; Francesco Pulieri, trentacinquenne di Faggiano; Giuseppe Rizzo, ventottenne di Lizzano;
Pietro Fortunato Russo, ventitreenne di Sava; Alessandro Scorrano, trentunenne di Lizzano; Pasquale Scorrano, cinquantaduenne di Lizzano; Alessandro Summa, trentatreenne di Maruggio; Antonello Zecca, quarantenne di Lizzano.
Agli arresti domiciliari: Maria Schinai, quarantatreenne di Lizzano; Giuseppe Armenti, quarantasettenne di Lizzano.
Per l’indagine satellite sono invece finiti in carcere: Salvatore Antonucci, trentacinquenne di Torricella; Giuseppe Valentino Calasso, ventottenne di Lizzano; Giuseppe Motolese, trentenne di Lizzano.
Agli arresti domiciliari: Antonio Carrieri, trentanovenne di Lizzano; Emanuele Vocale, ventisettenne di Lizzano.
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