“KYMA, SOLO FUMO NEGLI OCCHI”

La riflessione dei consiglieri comunali Stefania Baldassari e Marco Nilo

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“L’eccessiva voglia di rebranding inizia a sfuggire di mano a questa Amministrazione comunale e la presentazione della nuova holding Kyma senza che sia stato discusso tutto ciò presso le sedi amministrative competenti ne è un esempio”. E’ la riflessione proposta dai consiglieri comunali Stefania Baldassari e Marco Nilo a seguito della conferenza stampa di presentazione della nuova holding comunale che dovrebbe assorbire le aziende municipalizzate Amat, Amiu e Infrataras.
“Si rileva fin da subito – sottolineano i consiglieri – l’assoluto sgarbo istituzionale da parte di un sindaco che, probabilmente, soffre una crisi identitaria dimenticando di essere a capo di una pubblica amministrazione e non di una azienda privata. La creazione di una holding e finanche il semplice cambio di denominazione di una società partecipata deve passare necessariamente dal Consiglio comunale. Lo ricordiamo a gran voce.
Il sindaco dimentica tutto ciò e presenta in stile “Steve Jobs in salsa jonica” i nuovi mezzi della amministrazione con il nuovo logo – salvo lasciare in piccolo le vecchie scritte Amat-Amiu–Infrataras poiché il marchio Kyma ad oggi semplicemente giuridicamente non esiste”.
 
“Attenzione –  proseguono Baldassari e NIlo – : qui non si critica lo sforzo di guardare al futuro con la creazione di una holding ma si chiede semplicemente che scelte come queste, vista la loro indiscutibile complessità, siano ben ponderate e analizzate presso le opportune sedi. L’esempio del flop della candidatura della città alla The Ocean race dovrebbe fungere da insegnamento.
Puntare sulla forma senza guardare al contenuto, alla lunga, stanca. Ai cittadini non importa che i nuovi camion dell’Amiu presentino una grande “K” sulle loro fiancate: ciò che chiedono nell’immediato è maggiore pulizia per le strade ancora troppo troppo sporche. Avremmo preferito, ad esempio, che l’Amiu avviasse dapprima il nuovo progetto della raccolta differenziata e solo dopo di parlasse di rebranding, ovvero di cambio del marchio aziendale”.
 
“Insomma – concludono – , parlare di una holding da creare entro il 2022 senza prima pensare, ad esempio, alla ideazione di un serio piano di interventi per la pulizia delle vie della città sembra puro fumo negli occhi”.

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