“DEPURATORE MANDURIA-SAVA, SILENZIO ASSORDANTE DEI CONSIGLIERI REGIONALI”

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Nei giorni scorsi è stata ufficializzata una nuova proposta di scarico dei reflui del costruendo depuratore consortile Manduria – Sava, che secondo gli accordi tra Regione, AQP e Consorzio di Bonifica di Arneo dovrebbero essere smaltiti nel bacino situato a soli cento metri dall’approdo naturale di Torre Columena.

Sull’argomento interviene il coordinatore provinciale del Movimento Idea, Salvatore Fuggiano.

La protesta e l’indignazione contro questa nuova soluzione che rischia di peggiorare la già grave situazione ambientale e con essa l’economia del territorio costiero, sul cui sviluppo puntano le comunità di Manduria e Avetrana, è stata unanime, e dall’altra parte, si registra l’assordante silenzio dei consiglieri regionali della provincia jonica.

Nel corso dell’assemblea che si è tenuta presso il Comune di Avetrana, il geom. Giuseppe Coco, coordinatore cittadino del Movimento Idea di Manduria e il presidente provinciale dello steso Movimento, Avv. Salvatore Fuggiano, hanno posto in evidenza che “i relatori del progetto, e con loro la Regione Puglia, hanno cercato, da sempre e in tutti i modi di sostenere che lo scarico a mare sarà solo emergenziale. Ed ora per confermare le loro ipotesi che non potranno mai concretizzarsi, hanno fatto stimare dal Consorzio di Arneo il fabbisogno idrico in agricoltura. Ciò che non si dice è che tale fabbisogno è già totalmente soddisfatto dalle attuali risorse idriche. Infatti, il Consorzio di Arneo, pur avendo a disposizione le acque del Chidro, fin dal 1975, non ha mai erogato neppure un litro di acqua, stante l’assoluta mancanza di richieste da parte degli agricoltori; anzi ha poi presto rimosso l’impianto di captazione e sollevamento per evitare danni e furti”.

   Ora, il nuovo progetto prevede di utilizzare le vasche ubicate in confine con il bosco Rosamarina, per conferirvi una parte cospicua delle acque depurate, ai fini del loro riutilizzo in agricoltura, ma le spese per il loro ripristino e di manutenzione delle relative condotte determineranno un altro inutile spreco di risorse pubbliche, poiché gli agricoltori, come accaduto finora, non richiederanno all’Arneo l’irrigazione dei loro  oliveti e vigneti. Si tratta, infatti, di varietà per le quali non è necessaria (se non perfino dannosa) l’irrigazione (vedi primitivo di Manduria); pertanto, la quantità di acque depurate da riutilizzare in agricoltura sarà marginale e trascurabile.

La gratificazione riguarderà, “in tutti i sensi”, coloro che hanno prestato e stanno prestando la propria opera per lavori, nella massima parte dannosi e inutili, come sono certamente quelli che ricadono nelle zone soggette al vincolo di Riserva regionale. La Riserva regionale Orientata del Litorale Tarantino Orientale, infatti, è interessata da opere che inevitabilmente causeranno un danno ambientale, dato che i reflui depurati, venuto meno il riutilizzo per suddette ragioni, finiranno per essere scaricati totalmente nel bacino collegato direttamente col mare, che rischia seriamente di essere inquinato, soprattutto quando in circostanze emergenziali, sarà by-passato il processo epurativo e le acque luride affluite verranno sversate nel bacino, ossia direttamente in mare.

Nella più totale indifferenza e inefficienza del governo regionale, si sta delineando una situazione esattamente contraria alle promesse di <<No allo scarico a mare>> fatte da Emiliano nella sua campagna elettorale e la sua realizzazione, secondo l’avv. Fuggiano, andrà ad incidere gravemente sulle attività economiche della costa, con conseguente contrazione del livelli occupazionali.

Questo perché la regione, trascurando e dimenticandosi delle promesse del suo presidente, ritiene più utile il rapporto con AQP e Consorzio di Bonifica, che in questo modo diventeranno beneficiari di cospicui sussidi, derivanti dalla gestione degli impianti e degli scarichi, le cui spese andranno inevitabilmente a ripercuotersi, in maniera pesante, sulle tariffe delle bollette e, dunque, sui cittadini.

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