“CONFRONTO COL GOVERNO IN TEMPI BREVI”

LA RICHIESTA DEI SINDACATI METALMECCANICI PER LA SITUAZIONE EX ILVA DOPO LO SCIOPERO DI STAMATTINA

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“Auspichiamo con l’imminente insediamento del nuovo consiglio di amministrazione di Acciaierie D’Italia, con la rappresentanza della parte pubblica, che si recuperi il tempo presto, si avvii un rilancio produttivo ed occupazionale che guardi al futuro e ad investimenti durevoli”. Lo dichiara Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl, mentre è in corso lo sciopero in tutto il gruppo ex Ilva indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm.

“Reputiamo inaccettabile – ha affermato D’Alò -, e lo abbiamo ribadito più volte nelle assemblee dei giorni scorsi con i lavoratori e nelle iniziative odierne, l’assenza della presentazione del piano ambientale, sui tempi della sua realizzazione e delle opere di messa a norma degli impianti e la certezza degli investimenti, nonché una gestione inappropriata della cassa integrazione senza la condivisione delle modalità e dei numeri dei lavoratori”. “Così come – ha detto ancora D’Alò – la mancata definizione di un percorso di reintegro in Acciaierie D’Italia dei lavoratori in amministrazione straordinaria”. Per D’Aló, “è inaccettabile, inoltre, che al termine dell’ultimo incontro al Mise l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, abbia dichiarato di considerare scaduto l’accordo del 6 settembre 2018 per le parti che si riferiscono al trattamento economico e, in particolare, per quel che riguarda la corresponsione dell’una tantum del 3% della Ral in luogo del Premio di risultato”. Tutto questo, rileva il segretario nazionale Fim Cisl, “senza alcuna preventiva comunicazione formale e tantomeno l’apertura di un negoziato per il rinnovo del Pdr, Premio di risultato”.

 

“Il prefetto di Taranto è disponibile a rivedere l’assetto delle comandate allargate nell’ex Ilva”. Lo annunciano ad AGI fonti Uilm dopo l’incontro che una delegazione sindacale ha avuto stamattina col prefetto Demetrio Martino mentre davanti alla prefettura era in corso un sit in di protesta per lo sciopero indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm nel gruppo Acciaierie d’Italia, ex Ilva. “Le comandate sono squadre di dipendenti obbligati a stare sugli impianti durante gli scioperi per evitare problemi di sicurezza – spiegano le fonti Uilm – le comandate sono state regolate da un accordo del 1989, poi la pandemia ha cambiato le cose. Nel senso che, a fronte del picco di assenze che c’era nel siderurgico, determinato anche dalla paura del Covid, la prefettura ha ritenuto dover ampliare la composizione numerica delle comandate per tenere al sicuro gli impianti ed evitare contraccolpi”.

“A nostro giudizio – dice la Uilm – le comandate sono state allargate a dismisura e questo limita anche la libertà sindacale e il diritto di sciopero perchè nessuna partecipazione può esserci se, su un impianto, la maggior parte del personale deve rimanere al proprio posto e non può sottrarsi in alcun modo all’obbligo. Prima le comandate riguardavano solo la produzione, ora coinvolgono anche chi non ha a che vedere con gli aspetti produttivi”. La Uilm afferma che “il prefetto di Taranto ha detto che le valutazioni che portarono a quella decisione, oggi hanno perso di attualità perchè il quadro é cambiato e quindi si è detto disponibile ad un confronto per un riesame della situazione”. Circa le motivazioni dello sciopero di oggi, fonti Fim Cisl dicono ad AGI “che il prefetto ha ascoltato la delegazione sindacale, ha preso atto di come sinora sia passato tanto tempo invano senza una soluzione, e adesso si farà portavoce verso la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno, che è la sua amministrazione di riferimento, perché in tempi brevi si apra un confronto risolutivo tra sindacati, Governo e Acciaierie d’Italia”. (AGI)

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