Acquedotto

“RITORNO AL PASSATO PER EX ILVA”

L'INTERVENTO DEL SEN. MARIO TURCO: "Solo carbone e nessuna prospettiva sostenibile dal Governo Meloni"

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del sen. Mario Turco, vicepresidente nazionale del Movimento 5 Stelle, sulla ormai prossima riaccensione dell’Altoforno 1 dello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto.

Si riaccendono gli altiforni a carbone, come se nulla fosse accaduto negli ultimi vent’anni; si cancella la speranza di un futuro economico, sociale e culturale diverso. Il prossimo 15 ottobre il Ministro Urso sarà a Taranto per festeggiare l’accensione del primo dei quattro altiforni a carbone di ex Ilva, che il Governo Meloni ha voluto finanziare con soldi pubblici, definanziando anche i progetti di bonifica, per riavviare la sola produzione a combustibile fossile. Tutto con la grande gioia di chi, non avendo altre prospettive, sarà costretto ad accettare e ad applaudire per tutto questo. Oggi si celebra una “vittoria di Pirro”, che preconizza altri disastri e tragedie, bruciando ulteriori soldi pubblici senza che nulla cambi. Questo non è altro che un tentativo estremo del Governo Meloni per convincere qualcuno d’Oltreoceano che a Taranto si può continuare a produrre a carbone indisturbati, fingendo che dalle ciminiere escano fiori e soldi per tutti. Si annuncia, a parole, una decarbonizzazione che non esiste neanche sulla carta: in tal senso non c’è un piano d’investimenti né un euro finanziato dal Governo. L’ultima prospettiva annunciata è la presenza di un rigassificatore a poche miglia dal porto di Taranto, come ricordato dal Ministro Urso in occasione dell’inaugurazione dell’87^ Fiera del Levante di Bari.

Aggiungere un rigassificatore, in questo contesto già compromesso, significherebbe spianare la strada ad un “disastro nel disastro” per l’hinterland tarantino, in cui la concentrazione di grandi rischi ambientali non è legata solo ad ex Ilva, ma anche ai depositi e alla raffineria Eni, nonché alla base navale Nato con navi, sommergibili e dotazioni militari.

La sola ipotesi del rigassificatore certifica l’accanimento distruttivo verso la città di Taranto da parte del Governo Meloni, senza dimenticare che, ancora oggi, l’Autorizzazione integrata ambientale per l’impianto siderurgico scaduta ad agosto 2023 non è stata rinnovata e, inoltre, si continua a produrre acciaio senza il certificato di prevenzione antincendio. La città, poi, è ancora prova di un piano di evacuazione in caso di disastro ambientale. In definitiva, a Taranto si continua a produrre senza rispettare la legge.

Il recente incidente avvenuto ad Atlanta, in Georgia, con l’esplosione di un impianto chimico situato nelle vicinanze di un centro urbano, dovrebbe far riflettere anche sull’opportunità di una nave rigassificatrice a poche miglia dalla città.

Non è questa la strada giusta per Taranto. Servono investimenti che creino nuove opportunità imprenditoriali, lavoro di qualità per i giovani costretti ad emigrare, e ricchezza diffusa per un futuro diverso. Persino la semplice nomina della governance della Fondazione “Tecnopolo del Mediterraneo” è stata messa nel cassetto dal Governo in carica, ma la città non deve piegare la testa dinannzi all’ennesima dimostrazione che gli interessi dei potenti dormiranno fra due guanciali, finché il centrodestra sarà a Palazzo Chigi.

SEN. MARIO TURCO

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