MIGNOLO (CON): “GIOVANI, OCCORRONO MISURE STRUTTURALI”

IL COMMENTO DELLA PRESIDENTE COMMISSIONI CONSILIARI DOPO IL DECRETO CAIVANO

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“Non si può pensare di risolvere la grave emergenza sociale ed educativa che emerge dai  recenti e sconcertanti episodi di cronaca con misure demagogiche che, sfruttando l’onda emotiva e il naturale e diffuso sentimento di rabbia e  condanna, si rivelano  operazioni propagandistiche e  non risolvono il problema radicalmente. Le misure repressive non cambiano il destino di un territorio, non offrono vere occasioni di riscatto, l’intervento penale, repressivo, deve essere l’ultima fase di un processo sociale che deve partire dalla prevenzione in famiglia, nelle scuole, nelle parrocchie e in tutti i luoghi di aggregazione sociale. Occorrono misure strutturali  per fronteggiare le situazioni di degrado, disagio giovanile e vulnerabilità sociale”. È quanto asserisce Patrizia Mignolo, Presidente della Commissione Consiliare Servizi all’indomani dell’approvazione del cosiddetto decreto Caivano.
“È necessario avviare  progetti educativi e culturali  globali, piani di sostegno educativi attraverso adeguate misure di finanziamento in supporto dei Comuni affinché questi adottino piani di  welfare incisivi e globali”- continua.
“Poche settimane fa il consiglio comunale di Taranto su mia proposta ha approvato una mozione che riguarda l’attuazione di  un Progetto di “Educativa in Strada”, ossia interventi itineranti e di prossimità da svolgersi su tutto il territorio comunale con particolare attenzione ai quartieri e contesti maggiormente a rischio di esclusione sociale e di devianza minorile. La mozione impegna la giunta a porre in essere il servizio di “Educativa in Strada” con la costituzione di equipe itineranti di educatori e operatori di strada, con la supervisione e il supporto di pedagogisti e della nuova figura degli “psicologi on the road” già oggetto di una mozione sempre su mia proposta.

 “ Sono queste le misure che vanno sostenute e finanziate adeguatamente affinché, in particolari contesti e quartieri periferici i giovani non vengano abbandonati a loro stessi e al loro destino. Vietare, punire, reprimere non è l’unica risposta per fronteggiare il corto circuito che si è innescato. Occorre coinvolgere scuola, famiglie e istituzioni e lavorare sulla prevenzione perché i giovani non si sentano isolati, abbandonati e non reagiscano in modo sbagliato. Non possiamo dimenticare che i nostri giovani sono una risorsa preziosa.”

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