MELONI: “NON NAZIONALIZZIAMO L’ILVA”

A PORTA A PORTA: "SICURI DI TROVARE NUOVI INVESTITORI PRIVATI"

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“E’ un dossier gestito pessimamente al
quale tentiamo di trovare una soluzione, si dice che” l’ex Ilva
“e’ spacciata ma c’e’ un mercato per l’acciaio di qualita’” e il
governo lavora per garantire la continuita’ produttiva. Ma “non
voglio nazionalizzare l’Ilva penso che ci siano o margini per
trovare investitori privati che abbiano davvero interesse a
farla camminare. Ce ne sono diversi che si sono fatti avanti”.
Lo ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a
Porta a porta.

Intanto Γ¨ atteso domani in commissione Industria del Senato l’emendamento al Dl ex Ilva del relatore Salvo Pogliese (FdI), messo a punto con il Governo, per il raccordo delle previsioni in materia di amministrazione straordinaria. Il termine per i sub-emendamenti e’ stato fissato per lunedi’ alle 18.

Per quanto riguarda l’altro tema aperto e cioe’ l’incremento delle risorse per l’indotto, e’ possibile che una soluzione arrivi dalla riformulazione di emendamenti parlamentari.

Il presidente della Commissione, Luca De Carlo (FdI) ha riferito ieri ai senatori che, all’esito di una interlocuzione informale con il Governo, vi sono possibili convergenze tra le proposte emendative presentate dai diversi schieramenti.

Le votazioni sulle proposte di modifica si svolgeranno la prossima settimana, probabilmente nella giornata di mercoledi’. L’approdo in Aula e’ slittato dalla prossima settimana a quella successiva.

Si sta valutando, secondo quanto riferito, una sintesi delle proposte bipartisan che modificano i criteri per l’accesso da parte delle imprese dell’indotto al fondo di garanzia.

Aperture potrebbero arrivare anche su un emendamento a prima firma Andrea Martella (Pd), che e’ stato riformulato e che prevede l’istituzione di un fondo presso il Mimit con una dotazione di 150 milioni nel 2024 per il sostegno delle imprese fornitrici.

E’ stata presentata anche la riformulazione di un emendamento a prima firma Antonio Nicita (Pd) che prevede di individuare con Dpcm gli stabilimenti di interesse strategico nazionale ricadenti all’interno di un polo petrolchimico.

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