DIMISSIONI COMUNE, E’ SCONTRO

Il PD risponde al gruppo dei dimissionari. Questi ultimi si sono già recati dal notaio

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Questa mattina presso lo studio notarile Tacente i consiglieri comunali che intendono “mandare a casa” l’amministrazione Melucci hanno iniziato a sottoscrivere le proprie dimissioni. Le stesse, rese su atti separati, diventerebbero efficaci al raggiungimento del quorum di 17 firmatari determinando lo scioglimento anticipato del consiglio comunale.
Di concerto, i consiglieri promotori di tale iniziativa politica (Giampaolo Vietri, Floriana De Gennaro, Stefania Baldassari, Marco Nilo, Tony Cannone , Massimo Battista, Vincenzo Fornaro, Cataldo Fuggetti, Francesco Nevoli, Festinante Cosimo, Federica Simili, Pulpo Mario, Massimiliano Stellato) hanno deciso di prorogare il termine utile per il deposito delle firme alla data del prossimo 22 novembre alle ore 12.00.
“Fino a tale data – scrivono – , la sottoscrizione resterà aperta a tutti i consiglieri che vorranno aderire per restituire, così, la parola ai cittadini”. A loro rispondono duramente i consiglieri comunali del PD che invitano i consiglieri d’opposizione a dimettersi a prescindere.
Direbbe il saggio, la fidanzata o è incinta o non è incinta. Incinta poco poco non può essere.
Un po’ come i consiglieri comunali che si sono dimessi, ma poco poco.
Vi racconteranno che sono duri e puri. Vi parleranno di coerenza.
Foto, applausi, sipario.
Ebbene sì, i tredici prodi consiglieri, di cui sei eletti in consiglio comunale solo grazie alla vittoria del Sindaco Melucci, vi stanno raccontando una realtà che non esiste.
E qualcuno di loro dovrebbe saperlo meglio di altri visto che si tratta di avvocati.
Ma procediamo con ordine. Cosa sono le dimissioni? Basta leggere l’art. 38 del TUEL per comprendere quanto la normativa sia chiara sul punto. Certo, giurisprudenza e dottrina hanno offerto interpretazioni di autorevole livello. Ma non cambia la natura giuridica.
L’atto di dimissioni dalla carica di Consigliere comunale si configura come un c.d. actus legittimus, in altre parole, si tratta di una manifestazione di volontà volta a determinare l’uscita del dichiarante dalla massima assise cittadina.
Come tali, le dimissioni non possono essere sottoposte né a condizione né a termine.
Condizione, invece, prevista negli atti che alcuni dei tredici prodi consiglieri dimissionari hanno postato, con tanto di posa plastica, sulle rispettive pagine facebook.
Perché, in realtà, si sono sì dimessi, ma non troppo.
Non c’è bisogno di scomodare Cassese per comprendere che si tratta solo di un bluff, una trovata pubblicitaria che qualcuno sta cercando di usare per colmare il vuoto creato dal totale lassismo ed inutilità delle azioni che quei consiglieri hanno prodotto nell’esecuzione del mandato elettorale.
O, peggio, si tratta di ignoranza. E Taranto non può permettersi né consiglieri che bluffano, né consiglieri che ignorano l’importanza del ruolo rivestito.
Hanno sottoposto a condizione le proprie dimissioni, pur non potendolo fare.
Hanno previsto un termine per la presentazione delle stesse (il 22.11) che è ben più in là del termine di cinque giorni previsto dal citato art. 38 TUEL per la presentazione delle dimissioni per il tramite di un delegato, che decorrono dalla data della certificazione della firma.
La data del 22, a meno che non la so voglia far coincidere con l’inizio delle festività natalizie, rende ancora più ridicola questa farsa.
Continuano a bluffare giocando con le sorti della città che ha bisogno di un governo saldo e non di gente che siede in consiglio comunale per ventura.
Quindi, caro Notaio Tacente, dia corso all’incarico ricevuto. Rispetti almeno Lei la legge.
Depositi le dimissioni nel termine previsto e dia a Taranto la possibilità di vedere sedute in Consiglio Comunale persone degne del ruolo rivestito, con un rinnovato apporto costruttivo.
Firmato
Gianni Azzaro Capogruppo PD
Lucio Lonoce
Enzo Di Gregorio
Michele De Martino
Carmen Galluzzo
Emanuele Di Todaro
Emidio Albani
Gaetano Blè

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