UILM: “EX ILVA, TROVARE SOLUZIONI”

Lunedì scadono i 25 giorni della procedura di cassa Integrazione

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(AGI) – Taranto, 29 giu – Terminano lunedì prossimo, 1* luglio, i 25 giorni della procedura di cassa integrazione ordinaria aperta da ArcelorMittal lo scorso 5 giugno per 1400 dipendenti dello stabilimento di stabilimento siderurgico di Taranto, ex Ilva. La durata è di 13 settimane, salvo possibili proroghe; la ragione è la crisi di mercato dell’acciaio in tutta Europa.
“Noi – afferma Antonio Talò, segretario Uilm Taranto – ci aspettiamo un segnale di buon senso e di ragionevolezza da parte di ArcelorMittal tant’è che lunedì è già in calendario un incontro tra noi”.
Per Talò, “l’azienda ha due possibilità davanti: completare la procedura avviata, quindi passare alla fase operativa ed avviare la cassa integrazione, oppure fermarsi e far partire eventualmente una nuova procedura in una fase successiva. Io auspico che l’azienda soprassieda per il momento, non foss’altro per rispetto istituzionale visto che dal Mise sono partite due convocazioni: una per il 4 luglio per discutere dell’immunità penale correlata al piano ambientale, immunità che il decreto legge Crescita ha soppresso dal 6 settembre prossimo, e l’altra per il 9 luglio quando si farà una verifica dell’accordo di settembre 2018, quello che ha ufficializzato il passaggio di Ilva dall’amministrazione straordinaria ad ArcelorMittal”.
“Del tutto evidente – afferma ancora Talò – che in questi due incontri si parlerà anche della cassa integrazione chiesta dall’azienda anche perché il ministro Di Maio ha detto a Taranto che vuole chiarimenti da ArcelorMittal sul perché faccia ricorso agli ammortizzatori sociali ad appena otto mesi dal suo subentro. A fronte di questo contesto – sostiene Talò -, mi sembra davvero inopportuno che l’azienda proceda con la cassa, ignorando i tavoli al Mise e mettendo in campo un braccio di ferro”.
 “Non bisogna sfasciare ma trovare soluzioni” afferma ancora il segretario Uilm Taranto, che si dichiara preoccupato anche per quello che si sta palesando come “diversità di vedute” sul tema ex Ilva da parte di M5S e Lega. “Andremo all’incontro di lunedì prossimo e vedremo quali novità ci comunica ArcelorMittal – sostiene Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil Taranto – La possibilità di fermarsi c’è ancora anche se l’azienda, nei giorni scorsi, ha avviato, in relazione alla partenza della cassa integrazione in fabbrica, tutta una serie di atti preliminari che noi abbiamo constatato”.
“Gli incontri al Mise del 4 e del 9 luglio – spiega Brigati – hanno all’ordine del giorno temi specifici: il primo l’immunità abrogata, cosa che ArcelorMittal contesta fortemente paventando di chiudere l’acciaieria dal 6 settembre, con la scadenza dell’immunità, e il secondo la verifica dell’accordo del 6 settembre 2018, quello sul passaggio dell’azienda. Formalmente il tema cassa integrazione non c’è, ma è evidente – afferma Brigati – che per la sua rilevanza, per l’impatto grande che ha, questo tema è sul tavolo e attende risposte”. Se si dovesse andare avanti con l’applicazione della cassa integrazione – aggiunge Brigati – è chiaro che non staremo fermi, ma attiveremo tutta una serie di contestazioni e segnalazioni, a partire da quelle per l’Inps, visto che in diversi reparti ArcelorMittal manda in cassa integrazione i propri dipendenti e ne affida le attività ad imprese esterne tramite appalti. Ecco perché – conclude – non staremo fermi davanti ad un comportamento aziendale finalizzato ad andare avanti comunque”. (AGI)

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