Sulle orme di Ippazio Stefàno. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sceglie il 2 giugno, anniversario della Repubblica, per dare un’altra spallata alla sua giunta comunale che, con provvedimento odierno, viene revocata. Nel provvedimento adottato oggi il sindaco ricorda che “diverse settimane orsono era stato preannunciato l’intendimento di procedere ad un riesame e riordino delle attività mirate a rendere maggiormente efficace l’azione di governo cittadino”, e che “nell’ambito di questa esigenza è conseguenziale una opportuna riflessione sull’attuale compagine dell’esecutivo comunale; una riflessione complessiva delle azioni svolte e da svolgere che non può prescindere da un preliminare azzeramento delle nomine assessorili a suo tempo conferite”. Sin qui il decreto. Nelle prossime ore gli sviluppi della vicenda. Dopo i casi Franchitto e Sebastio, e la “tempesta” Amat, ecco altre novità in arrivo. E ve le racconteremo.
Intanto si registrano le prime reazioni: una nota del Movimento 5 Stelle e l’intervento di Walter Musillo (Indipendenti per Taranto).
“Il sindaco Melucci ha definitivamente dimostrato di essere un uomo solo al comando, non gli resta che rassegnare immediatamente le dimissioni”.
Lo dichiarano i Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Taranto, Massimo Battista e Francesco Nevoli, commentando la notizia diffusa poche ore fa sull’azzeramento della Giunta tarantina.
“I cittadini di Taranto ormai hanno realizzato che il re é nudo. Questa città non può più permettersi di aspettare” – aggiungono.
“Dopo solo dieci mesi dal suo insediamento il Primo cittadino del capoluogo ionico, il quale aveva già silurato nei mesi scorsi due assessori, ha inferto al suo Esecutivo il fendente finale” ribadiscono i portavoce, continuando: ”Crediamo che una decisione di questo tipo non possa che dipendere da atteggiamenti di lesa maestà che qualcuno dei suoi assessori può aver osato adottare nei suoi confronti, come per esempio il mancato rispetto di quelle ‘direttive’ che giungono loro magari con mezzi informatici. Questo perché, mentre la nostra amata città é allo sbando, Melucci rifiuta qualunque confronto con i cittadini, con i dipendenti comunali, con i revisori dei conti, con gli ordini professionali e anche con coloro i quali ha scelto come suoi collaboratori”.
“Sono mesi – concludono – che lancia i suoi violenti strali contro qualunque voce di dissenso”.
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