Sulla questione collinette ecologiche i Consiglieri Comunali Massimo Battista, Vincenzo Fornaro, Rita Corvace chiedono l’immediata chiusura dello stabilimento ex Ilva:
Tutti sanno ma nessuno parla. Riteniamo, quindi, doveroso informare la
popolazione degli sviluppi relativi alla questione “collinette ecologiche”
Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, con l’ordinanza numero 9 del 2 marzo
2019, ha di fatto chiuso le scuole De Carolis e Deledda a causa degli
inquinanti rinvenuti nelle cosiddette “collinette ecologiche”.
In attesa di ulteriori accertamenti, gli alunni di queste scuole, circa 700, sono
stati costretti a turni pomeridiani in altre scuole del quartiere Tamburi per
poter portare a termine l’anno scolastico. Un sacrificio che è costato caro ai
bambini, costretti nei fatti a rinunciare ad ogni tipo di attività extra-scolastiche
pomeridiane, sancendo definitivamente che nemmeno il diritto allo studio e al
gioco è preponderante nei confronti della produzione di acciaio. Lo stesso
sindaco Melucci si è detto più volte pronto ad ordinanze atte alla tutela della
popolazione tarantina, tanto da lanciare un ultimatum scaduto alle 12 dell’otto
aprile 2019. Dai dati in nostro possesso, a seguito di rilevazioni top soglia,
ossia dello strato superficiale del terreno, delle collinette e zone limitrofe,
risultano valori di diossine trenta volte superiori al normato.
Questi dati sono in possesso non solo del sindaco ma anche della Provincia,
della Prefettura, della Procura, dell’ASL, di ISPRA, del Ministero
dell’Ambiente e di ogni ufficio ARPA.
Nessuno, però, ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale
sconcertante notizia.
Riteniamo che gli abitanti del quartiere Tamburi debbano sapere cosa si
deposita sulle proprie case, perché qui non si tratta più di una zona
circoscritta alle sole due scuole, ma anche alle civili abitazioni che ricadono
nelle aree controllate.
Allora, dopo aver chiuso due scuole, ora procederemo con un’evacuazione di
massa del quartiere?
Il sindaco chiedeva dati certi per fermare la produzione dello stabilimento exIlva, in ottemperanza a quanto riportato nel TUEL articolo 50 comma 5: i dati
ora ci sono, serve il coraggio di firmare un’ordinanza di fermo immediato degli
impianti.
In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per
permettere a dei privati di continuare a fare profitto.
Attendiamo che tutti gli enti che hanno ricevuto questi dati si attivino in base
alle proprie competenze, viceversa saranno tutti complici della strage di vite
umane per malattie correlate all’inquinamento industriale.
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