SORVEGLIANZA SPECIALE E OBBLIGO DI DIMORA PER UN NOTO PREGIUDICATO

Provvedimento del tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Antimafia

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I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto hanno dato esecuzione a un provvedimento emesso, su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A.- di Lecce, dal Tribunale a quella sede, con il quale è stata disposta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per la durata di 5 anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Taranto, nei confronti di un pregiudicato nato e residente nel capoluogo jonico, Michele Cicala, che è assistito dall’avvocato Salvatore Maggio. Per la cronaca, il giudizio d’appello è stato fissato il 5 ottobre prossimo.

“L’esecuzione del provvedimento – sottolinea una nota della Guardia di Finanza – rappresenta l’ulteriore sviluppo di complesse investigazioni di polizia giudiziaria svolte dai finanzieri, su delega dell’A.G. inquirente di Lecce, nei confronti, tra gli altri, di un pregiudicato tarantino, già sottoposto a misure di prevenzione di carattere personale nel 2005 e nel 2008.

Nel quadro di un contesto penale attivato dall’A.G. salentina nel 2019, sfociato in un provvedimento – emesso dal Tribunale a quella sede nell’aprile del 2021 – applicativo di misure cautelari personali e del sequestro di beni per un importo di circa 20 milioni di euro, il prevenuto sarebbe emerso come il presunto promotore di un sodalizio criminale, con base operativa a Taranto, che avrebbe commesso, tra l’altro, una serie indeterminata di delitti di tipo economico, come il trasferimento fraudolento di valori, la truffa aggravata ai danni dello Stato, la sottrazione all’accertamento delle accise sugli oli minerali e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo le emergenze investigative raccolte dalle Fiamme Gialle, negli anni successivi il soggetto avrebbe riciclato e autoriciclato nel circuito economico legale i proventi delle suddette attività illecite, costituendo

e finanziando una serie di società e di imprese intestate a sè stesso e a “prestanome”.

Nello specifico, i pertinenti approfondimenti investigativi avrebbero permesso di accertare, già nel 2019, il presunto coinvolgimento del prevenuto in attività illecite concernenti la vendita di carburante in evasione delle accise, anche grazie al “controllo” di alcune imprese compiacenti operanti nel settore, con sedi nella provincia di Taranto e in Campania.

Tali società “strumentali”, alla luce del presunto “sistema di frode” ricostruito dalle Fiamme Gialle di Taranto, avrebbero simulato l’acquisto di carburante agevolato per l’agricoltura da un deposito di prodotti energetici di Bari, godendo in tal modo delle relative agevolazioni fiscali, operando invece il prelievo di corrispondenti quantitativi di gasolio per autotrazione, gravato interamente dalle accise. Per il tramite di autotrasportatori compiacenti, in possesso di cisterne munite di un dispositivo in grado di sprigionare un colorante idoneo a rendere il prodotto uguale al gasolio agricolo in caso di controllo delle Forze dell’Ordine, la merce prelevata sarebbe stata apparentemente scaricata presso un deposito ubicato nella provincia tarantina, per essere in realtà ceduta, in evasione delle accise, a distributori compiacenti campani. Per far “quadrare la contabilità”, le imprese “controllate” dal prevenuto avrebbero quindi emesso fatture attestanti falsamente la vendita di un equivalente quantitativo di gasolio agricolo ad aziende inattive e ignare, con sedi in diversi Comuni della Provincia di Taranto. Il carburante così ceduto in evasione delle accise è stato quantificato complessivamente in oltre 21 milioni di litri, per un’accisa evasa pari a circa 13 milioni di euro. Tali ingenti profitti sarebbero stati quindi autoriciclati e riciclati dal prevenuto e dai suoi “fiduciari” attraverso la costituzione e il finanziamento di diverse imprese commerciali attive nel settore della distribuzione di alimenti e bevande (pizzerie, bar e pasticcerie).

Alla luce di tale compendio investigativo, il Tribunale di Lecce – Sezione Misure di Prevenzione – ha ritenuto il soggetto connotato da una pericolosità “generica” e “specifica” ai sensi del “Codice delle leggi  antimafia  e  delle  misure  di  prevenzione” e ha emesso in suo pregiudizio un provvedimento applicativo della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per la durata di 5 anni, con obbligo di soggiorno, nel Comune di Taranto.

Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità della persona interessata dagli accertamenti sarà definitivamente accertata solo ove intervenga un provvedimento irrevocabile.

L’operazione di servizio in rassegna costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Taranto, in stretta sinergia con il Tribunale e la Procura della Repubblica – D.D.A. – di Lecce, finalizzato al contrasto alla criminalità, anche di natura economica, attraverso l’applicazione delle misure di prevenzione disciplinate dal d.lgs. 159/2011″.

 

 

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