Sanità: a Taranto tecnica innovativa per fistola dialitica

Presso l'ospedale SS. Annunziata

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Nella Struttura di Radiodiagnostica e Radiologia Interventistica dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto, con la collaborazione della Struttura di Nefrologia, è stata eseguita, per la prima volta in Puglia, una procedura innovativa per il confezionamento di una fistola artero-venosa, ossia la comunicazione artificiale tra un’arteria e una vena necessaria per poter effettuare l’emodialisi. Si tratta – spiega la Asl – di una tecnica mininvasiva, di tipo esclusivamente endovascolare, che si sostituisce all’intervento chirurgico che normalmente si opera per ottenere questo risultato. L’Asl fa rilevare che la nuova tecnica ha enormi benefici, per diversi ordini di ragioni. Innanzitutto, questa procedura sostituisce un intervento chirurgico, con tutte le possibili complicanze “e, più in generale, le conseguenze negative, anche in termini di dolore fisico, per il paziente”. Inoltre, “l’intervento chirurgico di confezionamento di una fistola – aggiunge l’Azienda sanitaria – è solitamente traumatico per i vasi sanguigni, in particolare per l’endotelio (la superficie interna dei vasi); realizzare una fistola senza tale trauma comporta una durata più lunga della stessa, e quindi minore probabilità di dover ricorrere, in un momento successivo, all’angioplastica o di procedere a un secondo intervento per confezionare una nuova fistola”. La tecnica consiste nell’inserimento di due cateteri, uno nel sistema arterioso e uno nel sistema venoso, fino a un punto in cui un’arteria e una vena sono molto vicine. Quindi i due cateteri aderiscono attraverso un magnete e si può esercitare dall’esterno una radiofrequenza localizzata di pochi secondi creando tra i vasi una comunicazione di pochi millimetri. Il collegamento creato tra i due vasi sanguigni, dunque, farà crescere il diametro della vena che consentirà, già un mese dopo l’operazione, di sottoporre il paziente a dialisi. (ANSA).

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