Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Rosarno, Polistena e Anoia, nonché nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione denominata “Faust”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti di 49 persone, ritenute responsabili – in particolare – di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico – mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.
Tra i soggetti raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare c’è anche il brindisino Teodoro Montenegro, 33 anni,

“Si è trattato di un’operazione difficile in un territorio di non semplice permeabilità investigativa – ha detto il procuratore aggiunto, Gaetano Calogero Paci – nei confronti di una cosca che non riscuote il medesimo livello conoscitivo di altre vicine, ma non è meno pericolosa. Le indagini hanno dimostrato la capacità dei diavoli di Rosarno di saper gestire la fama criminale per il proprio vantaggio e di conseguire, attraverso il traffico di droga, ingenti capitali liquidi da reinvestire con la possibilità di espandersi sul territorio”.
Il radicamento della cosca ha riguardato, inoltre, anche il territorio campano e quello materano “dove Giuseppe Pace aveva intenzione di rimettere in sesto l’organizzazione criminale con le sue doti e i collegamenti con gli altri clan camorristici e calabresi”. Le indagini – le cui attività sono state illustrate dal comandante provinciale dei carabinieri, Marco Guerrini, insieme ai colonnelli Galasso e Migliozzi – hanno consentito di censire diversi episodi di minacce e danneggiamento in danno di commercianti a scopo estorsivo, false dichiarazioni di redditi per ottenere rimborsi Irpef non dovuti, il favoreggiamento della latitanza di un associato alla cosca.
L’omicidio mancato
Nell’ambito delle dinamiche connesse all’assunzione del predominio della gestione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, era maturato anche il proposito di omicidio di un affiliato a una delle articolazioni di ‘ndrangheta operative sul territorio. Delitto che è stato consumato solo perché la vittima non è caduta nella trama criminale, non presentandosi agli appuntamenti che le sarebbero stati fatali.
Le attività illecite
Partendo dal contesto legato al narcotraffico è stato registrato il reimpiego del denaro in attività usurarie, tale pratica ha denotato la capacità dell’articolazione mafiosa investigata di pervadere l’economia legale quale naturale evoluzione criminale dei capitali illecitamente accumulati: pratiche che condizionano la libera economia, permettendo agli esponenti della consorteria mafiosa interessata dall’odierno provvedimento di controllare diverse realtà imprenditoriali operanti sul territorio. In tale quadro, le indagini hanno consentito di accertare diversi episodi di minacce nei confronti di commercianti e danneggiamento dei locali di loro proprietà: fatti commessi a scopo estorsivo con finalità mafiose. Spicca il tentativo di rapina in una struttura alberghiera. Gli episodi censiti e documentati hanno permesso di sottolineare che la ‘ndrangheta, in special modo in taluni territori, non ha mai abbandonato la pratica della violenza finalizzata allo scopo estorsivo.
Tutti i nomi
Anania Livio Giuseppe, Belcastro Raffaele, Belcastro Salvatore, Caccamo Angelo, Cammarere Raffaele, Caponigro Antonella, Carlo Salvatore, Cascone Salvatore, Consiglio Giuseppe, Consiglio Salvatore, Corradini Giovanni, Cucinotta Andrea, Cutano Antonio, Cutano Francesco, Cutano Luigi, Cuturello Alfonso, Dimonte Salvatore Antonio. Ferrinda Antonino, Fusca Cono Rocco, Gambardella Sergio, Giardino Girolamo, Grasso Giovanni, Iannace Giuseppe, Iannaci Stefano, Idà Giuseppe, Ierace Antonio, Ieraci Francesco, Iorio Angelo, Lamanna Diego, Ligato Mattia, Longo Domenico, Longo Francesco, Longo Vincenzo, Mallamace Giuseppe, Marino Domenico, Messina Giuseppe, Minella Pasquale, Montenegro Teodoro, Moretto Biagio, Occhiato Rocco, Pace Angela, Pace Giuseppe, Paladino Salvatore, Palermo Ruggero, Panariello Franco, Pepè Domenico, Pesce Carmine, Petrini Marco, Pisano Antonio, Pisano Bruno, Pisano Domenico, Pisano Francesco, Pisano Luigi, Pisano Maurizio, Pisano Salvatore, Pisano Vincenzo, Porcelli Vincenzo, Scarcia Salvatore, Scriva Domenico, Seminara Giuseppe, Sica Rosa, Spada Giuseppe, Vecchio Rosalba
(Fonte: gazzettadelsud.it)
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