NASCE IN AUTO SUL PONTE PUNTA PENNA: BENVENUTA MATILDE

L'INCREDIBILE STORIA DI UNA NEONATA FRANCAVILLESE

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di MICHELE IURLARO

FRANCAVILLA FONTANA – Con il reparto chiuso a Francavilla Fontana, una bimba è nata in auto durante la corsa in ospedale a Taranto. Il racconto di Papà Coraggio e Mamma Sprint, i genitori della piccola Matilde Distante.

 

 

Bimba nasce in auto: la storia di Matilde

Papà Salvatore e mamma Francesca, figuriamoci le sorelline Jasmine e Ginevra, mai avrebbero immaginato che questa piccolina, l’ultima arrivata, avesse così tanta voglia di venire al mondo da non riuscire ad aspettate l’arrivo in ospedale, al Santissima Annunziata, preferendo, piuttosto, quell’auto ferma su Ponte Punta Penna. Matilde Distante è nata  lì, a Taranto, su quella strada trafficata, tra il via vai di mezzi, sotto le luci al neon di un’umida serata di maggio, grazie al coraggio di Francesca, mamma sprint, e alla forza d’animo di Salvatore, papà eroe di questa bella famiglia e di questa incredibile storia che arriva da Francavilla Fontana.

Matilde viene al mondo nell’auto di papà Salvatore

Bimba nasce in auto: una bella notizia

Matilde è nata grazie a quella incredibile voglia di vivere, grazie a quella voce che, arrivata chissà da dove, guidava i movimenti e il battito del cuore di Salvatore e Francesca. Matilde è nata, ed è la notizia più bella da scrivere e raccontare. Da contrapporre agli odi e alle tensioni, da titolare a grandi caratteri sulle pagine di una cronaca troppo spesso nera petrolio. Matilde è, pure, la bimba che ancora si culla nella pancia di una futura mamma, è la bimba non ancora nata di chi, mittente 72021, ha spedito una cartolina di speranza e pure di pazienza per riottenere l’apertura di un reparto ancora sospeso nel limbo dell’incertezza amministrativa.

Mamma Sprint Francesco d’Apolito con Matilde, Jasmine e Ginevra

Questa bimba è nata lì, su un ponte trafficato, di sera. Per raccontarci l’amore e la vita, le lacrime di gioia, i pianti di felicità. Ne era passato di tempo, dall’ultima volta. Quando no, ancora non c’era Matilde a ricordarcelo.

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