MOVIMENTO IDEA: “TARANTO MERITA RISPETTO”

Il coordinamento provinciale interviene sulla crisi Ilva, sull'immigrazione e le altre questioni di massima urgenza

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Taranto soffre per le decisioni assunte dal centro regionale e dal governo giallorosso. Infatti, malgrado le già precarie condizioni socio economiche, ha dovuto subire la decisione del governo di farvi sbarcare prima i 176 migranti della Ocean Viking e poi gli altri 88 giunti a bordo della Alan Kurdi.

E’ la presa di posizione del coordinamento Provinciale del Movimento IDEA di Taranto.

Migranti che sono stati smistati in vari centri di accoglienza, senza distinzione tra coloro che in forza delle leggi umanitarie hanno diritto di restare, perché fuggono da Paesi in guerra, e coloro che, invece, sono migranti economici. Ciò è accaduto perché l’accordo della Valletta (Malta), demagogicamente sbandierato dalgoverno giallorosso non ha stabilito alcun sistema di ripartizione dei migranti, per cui occorre attendere le eventuali volontarie decisioni degli altri Paesi europei che lo hanno sottoscritto.

Diciamo questo non perché si sia contrari all’accoglienza, ma solo perché crediamo fermamente che i trattatieuropei debbano assolutamente essere modificati per consentire di affrontare adeguatamente il tema che continua ad essere drammaticamente emergenziale.

Il Governo dell’Italia, patria dell’accoglienza e della solidarietà, ha anche il dovere di esigere dagli altri Paesieuropei un’equa ripartizione degli immigrati perché, perdurando l’attuale situazione, le tensioni sociali interne rischiano di aumentare, specie se dovesse permanere o aumentare l’attuale crisi occupazionale, che in Pugliae nelle nostra Provincia è ancora più grave.

Contemporaneamente Taranto ha subito la vergognosa vicenda del corso universitario di medicina, prima avviato, poi revocato e, infine, rimasto nel limbo in attesa di non si sa che cosa. Questo a dimostrazione dell’ormai proverbiale incapacità politica del centro sinistra, orientata soprattutto a privilegiare il capoluogo di regione e le altre città guidate dallo stesso schieramento politico. Un modo di far politica che ci ha indotti a ritenere ormai necessario un radicale cambiamento della compagine politica pugliese.

Contemporaneamente Taranto, insieme a tutta la sua provincia, è ripiombato nell’incubo rappresentato dall’incertezza sul futuro dell’ex ILVA. La ditta ARCELOR-MITTAL, infatti, ha chiesto per via giudiziaria di recedere dal contratto, causa la decadenza dell’immunità penale revocata dall’attuale Governo.

Chi ha seguito nel tempo le vertenze ILVA, ricorderà che si sono succeduti nel tempo ben 13 decreti salva ILVA, ma che per le diatribe tra Emiliano, Renzi e poi tra tra Emiliano e Calenda, non hanno prodotto alcun risultato concreto per il risanamento ambientale dello stabilimento.

Non hanno fatto meglio neppure i governi successivi. I cittadini di Taranto hanno ancora in mente Luigi Di Maio, quando a settembre del 2018, quale ministro del lavoro, esultava dichiarando trionfalmente che in solitre mesi aveva risolto la crisi dell’ILVA, che non ci sarebbe stato nessun licenziamento e sarebbero stateintrodotte tecnologie per la drastica riduzione delle emissioni.

Il nuovo governo, per ammissione di alcuni dei suoi componenti, si è dimenticato, invece, di fare il decreto diproroga dell’immunità. Da qui è scaturita la decisione di Arcelor-Mittal di chiedere la rescissione del contratto e a poco valgono le dichiarazioni di altri esponenti dello stesso governo, e tra questi anche quelle del medesimo Di Maio, secondo cui la decisione della multinazionale deriva da errori di valutazione del proprio piano industriale, perché se anche ciò fosse, il Governo, come dichiarato pure da Landini, certamente un uomo non di centrodestra, ha fornito l’alibi che giustifica la decisione dell’azienda.

Questa decisione del governo può diventare una bomba sociale ad orologeria poiché con la eventuale chiusura dello stabilimento, le conseguenti gravi ripercussioni sul PIL nazionale, e la perdita di migliaia di posti di lavoro in un ambito dove già il tasso di disoccupazione è enormemente più elevato che nel resto d’Italia, può portare Taranto allo stremo.

Il Coordinamento provinciale di IDEA di Taranto è convinto che Taranto merita altro. Taranto merita rispetto, per cui è necessario garantire l’occupazione e contemporaneamente il diritto alla salute di tutti e questo può accadere soltanto se il Governo e l’azienda ristabiliscono il dialogo, invece di continuare sulla strada delle reciproche polemiche, tanto pretestuose quanto inutili e se, a fronte dell’eventuale, ma ormai probabile, rinuncia dell’azienda il Governo porrà in atto azioni per il ritorno alla gestione statale della più grande fabbrica europea dell’acciaio, e nel contempo si individuino altri partners per la conduzione dell’azienda, se necessario, anche con l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti.

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