LOTTA AL BULLISMO, AL VIA PROGETTO “PERCHE’ L’AUTODIFESA NON HA BARRIERE”

La psicologa e psicoterapeuta Iole Manacelli spiega il senso dell’iniziativa promossa dalla Cooperativa sociale Pam Service, rivolta ai dipendenti e agli ospiti delle sue strutture. In particolare alle donne e ai ragazzi diversamente abili del Centro diurno Chicco di Grano 3

1.386
Di Paolo ARRIVO

 

Come si risponde alla gratuità del male? Farlo con il bene è la soluzione ottimale, eccezionale. Utilizzando le armi suggerite dalla coscienza e dall’intelligenza umana. Perché la gratuità del bene sa spiazzare, almeno quanto la gratuità del male, secondo quel principio fisico applicabile alla storia universale o particolare (ad ogni azione corrisponde reazione). Tante strategie possono essere messe in campo. I suggerimenti vengono dalla Cooperativa sociale Pam Service, promotrice di un’iniziativa lodevole, a sostegno dei soggetti più fragili, perché si possa passare dalla teoria alla pratica: un progetto di difesa personale. Partirà a Taranto martedì prossimo 3 marzo.

La dottoressa Iole Monacelli, responsabile dell’area disabilità e formazione della cooperativa motiva la necessità di non abbassare la guardia e trovare risposte concrete attraverso questa iniziativa innovativa: “Riteniamo che sia fondamentale un corso di autodifesa, in quanto sempre più frequentemente si ascoltano notizie raccapriccianti rispetto a maltrattamenti fisici o ad abusi sessuali a scapito di persone con disabilità, con ridotte possibilità di difendersi, sia per difficoltà motorie che per limiti cognitivi”. Tra gli obiettivi del corso, che si terrà per tutto il mese (grazie alla disponibilità di Giuseppe Palomba, preparatore atletico e vigile del fuoco, e della palestra Never Give Up) c’è la conoscenza delle situazioni potenzialmente pericolose, di quelle che divengono tali, l’identikit dell’aggressore; l’apprendimento delle tecniche comportamentali di autodifesa. Ovvero cosa fare in caso di aggressione. Come fronteggiare le offese imparando a riconoscere il personale stile di difesa.

Il progetto è rivolto “in primis ai ragazzi del Centro diurno Chicco di Grano 3, per aiutarli a fronteggiare possibili prevaricazioni fisiche da parte di bulli”. “Perché possano rafforzare il loro senso di autoefficacia e di comprensione della situazione in corso – chiarisce la psicologa e psicoterapeuta tarantina, specializzata in terapia sistemica relazionale – l’iniziativa si rivolge inoltre alle loro mamme, ad altri destinatari, ovvero a tutte le donne che giornalmente si prendono cura dei nostri ospiti, percorrendo insieme la strada impervia della loro crescita. E alle operatrici della cooperativa, al fine di incrementare le loro conoscenze e abilità”.

Con l’autodifesa prosegue il lavoro della cooperativa radicata nel territorio con più sedi operative, che si occupa di minori, disabilità e persone anziane. Ovvero dei soggetti più fragili da tutelare in un mondo dove il virus dell’imbecillità e del pregiudizio fa più male del rispettabile Covid 19.

Comments are closed.