“LO STATO ENTRERA’ SUBITO NELL’EX ILVA”

LO HA DETTO L'AD DI INVITALIA ARCURI NEL CORSO DELLA VIDEO CALL CON I SINDACATI

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In ArcelorMittal è previsto ingresso da subito dello Stato attraverso Invitalia ed è previsto un finale assetto azionario in cui la presenza della parte pubblica sarà ancora più rilevante rispetto all’inizio. È emerso nella call conference su ArcelorMittal in corso tra i ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo, i segretari generali dei sindacati metalmeccanici, i commissari straordinari di Ilva in as e l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri. Rilevato come sia indispensabile a questo punto avviare un confronto con i sindacati.

“Si prevede la progressiva salita degli impianti produttivi fino alla soglia delle 8 milioni di tonnellate annue e quindi impiego della totalità della forza lavoro. Attualmente l’azienda produce tra 3 e 4 milioni di tonnellate l’anno”. Lo ha detto su ArcelorMittal l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, parlando nella call conference tra sindacati e Governo. Lo si apprende da fonti sindacali. Arcuri ha poi fornito delle informazioni generali, dichiarando che il piano il quinquennale elaborato a marzo, verrebbe attuato nella sua sostanziale totalità, le modifiche sarebbero non rilevanti. Punti salienti, progressiva decarbonizzazione, forte investimento nella implementazione della struttura degli impianti, investimento importante per realizzare questa progressiva lenta ma inesorabile trasformazione green. Questo, ha spiegato Arcuri, provocherà una serie di innovazioni positive sul piano ambientale, qualità dell’offerta e capacità competitiva su mercato più ampio. Dopo l’introduzione su ArcelorMittal da parte del ministro Stefano Patuanelli, è toccato all’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, che sta trattando per conto del Governo, delineare lo stato dell’arte. Arcuri, riferiscono fonti sindacali, ha parlato di tre scenari. Primo scenario, ha detto il numero 1 di Invitalia, è che AM eserciti il diritto concesso e lasci l’impianto che ha ricevuto in locazione da una precedente vicenda contrattuale e abbandoni lo stabilimento. Questo, ha aggiunto Arcuri, bloccherebbe l’attività produttiva e sarebbe da rilevare da parte di un soggetto diverso. Il secondo scenario, ha spiegato ancora Arcuri, è che ArcelorMittal non lasci lo stabilimento ma ne permanga in locazione fino a giugno 2022 gestendolo nella misura e con le modalità che ritiene più convenienti. Il terzo scenario infine che si giunga a un accordo e si possa implementare il piano con il contributo di un soggetto pubblico che è stato individuato in Invitalia. “Lo scenario nel quale ci muoviamo è evidentemente il terzo” ha sostenuto Arcuri. Per il quale, riferiscono fonti sindacali, “siamo ad un punto avanzato di questa trattativa. La deadline è per la fine del mese in corso e pensiamo che sussistano quasi tutte le condizioni affinché questo scenario diventi quello preferibile”.

Il piano pensato ArcelorMittal con il coinvestimento pubblico attraverso Invitalia, “proietta il sito di Taranto in modo equilibrato verso il futuro, il green e le nuove tecnologie”. Lo ha detto – riferiscono fonti sindacali – il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, nella video call in corso su ArcelorMittal tra Governo e sindacati metalmeccanici. Insieme a Catalfo, anche i ministri Roberto Gualtieri (Mef) e Stefano Patuanelli (Mise). (AGI)

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