LEONARDO LA PREOCCUPAZIONE DI TURCO E PD

DOPO L'ANNUNCIO DI UNA POSSIBILE VENDITA DI RAMO D'AZIENDA

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“In un territorio fortemente interessato da disoccupazione e crisi industriali come quello di Taranto, adesso si aggiunge un’incognita sul futuro di centinaia di lavoratori impiegati presso lo stabilimento Leonardo S.p.A. di Grottaglie. Manifesto la mia vicinanza ai lavoratori che hanno indetto uno sciopero sindacale per il prossimo lunedì, poiché l’annuncio dell’AD Cingolani sulla mutazione degli asset produttivi non contiene le garanzie occupazionali utili a prevenire lo scoppio di un’ulteriore bomba sociale ai danni di dipendenti diretti, quanto della filiera connessa al sito”. Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.
“Per onestà intellettuale, c’è poi da dire che i sindacati erano da tempo in allarme sul futuro occupazionale dei lavoratori, criticando molte delle scelte assunte dall’Amministrazione negli ultimi anni, che avevano comportato la cig per la maggior parte dei dipendenti. A proposito di questo, avevo già depositato un’interrogazione parlamentare a risposta orale in commissione ai Ministri delle economie e finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali, ma nel pieno stile meloniano anche questo campanello d’allarme è stato totalmente ignorato, in spregio ai lavoratori, alle imprese dell’indotto e ai cittadini della provincia di Taranto. Se, da un lato, esortiamo i Ministri competenti ad intervenire con tempestività per salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle imprese dell’indotto, dall’altro ricordiamo all’AD Cingolani che nessun piano industriale deve sacrificare unità lavorative preziose allo sviluppo e alla riconversione del territorio e dell’Italia”.

L’INTERVENTO DEL PD

Il Partito Democratico di Taranto esprime solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori di Leonardo Grottaglie, che vivono una fase critica e incerta sul proprio futuro. Riconosciamo la determinazione e il coraggio con cui affrontano questa situazione complessa e ribadiamo il nostro sostegno attivo alle prossime iniziative di rivendicazione sindacale, inclusa l’adesione allo sciopero di due ore indetto dai sindacati per l’11 novembre.
Il PD di Taranto, insieme a rappresentanti istituzionali e dirigenti del partito, è in campo per ascoltare e dare voce a chi ogni giorno si trova in prima linea per difendere il proprio posto di lavoro. Nei giorni scorsi, il senatore Antonio Misiani, i consiglieri del Presidente della Regione Puglia Mino Borraccino e Mattia Giorno, insieme a una delegazione del nostro partito, si sono recati davanti ai cancelli dello stabilimento Leonardo di Grottaglie. Questo incontro con i rappresentanti sindacali è stato un momento importante per comprendere le difficoltà e le richieste di chi vive in prima persona una vertenza che sembra non avere mai fine e che manca di una soluzione stabile e sicura.

Non rimarremo in silenzio di fronte a decisioni aziendali e governative che sembrano privilegiare la strada dei tagli indiscriminati, sacrificando i lavoratori del Mezzogiorno, come evidenziano le recenti prese di posizione venute da Leonardo. Non possiamo tollerare una strategia che vede considerare “superflue” strutture industriali vitali, a discapito degli stabilimenti presenti quasi interamente nel Sud, come la divisione Aerostrutture. Ancora una volta, il Sud e la provincia di Taranto rischiano di pagare il prezzo più alto, sia in termini di occupazione che di sviluppo, vittime di una visione industriale miope e penalizzante per il nostro territorio.

Il senatore Misiani e l’onorevole Pagano porteranno questa vertenza all’attenzione del governo con un’interrogazione parlamentare. L’Italia non può permettersi di abbandonare i suoi lavoratori e le sue imprese, specialmente nel Mezzogiorno, che invece merita investimenti, stabilità e una reale prospettiva di crescita. Non accetteremo che il Sud venga ancora una volta marginalizzato e depotenziato.

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