LA SETTIMANA SANTA A MOTTOLA: IL FASCINO DI UN GRANDE EVENTO IN CRESCITA

Il lungo Triduo pasquale ha inizio giovedì con la Messa in Coena Domini

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Mottola entra nel vivo del periodo pasquale con il triduo che va dal Giovedì al Sabato Santo. Con i suoi Riti suggestivi e la grande partecipazione, la cittadina del versante occidentale della provincia di Taranto sta raggiungendo, di anno in anno, numeri importanti. «Le nostre processioni- spiega il priore della Confraternita del Carmine Vito Greco- sono cresciute tantissimo e si stanno affermando tra le più suggestive della Puglia. Complici, le marce (mottolesi, ma anche tarantine e meridionali più in generale) e un centro storico raccolto, con le sue case imbiancate a calce». Tra le particolarità, da evidenziare la presenza sia di confratelli che di consorelle e la scelta del sabato mattina per i Misteri, sicuramente inusuale rispetto a quanto accade nella maggior parte dei comuni. La sua origine è da ricercarsi tra fine ‘700 e inizio ‘800: si trattava di una rappresentazione vivente in cui erano i confratelli a mimare le statue della Via Crucis. Delle origini è rimasta, oltre la memoria collettiva, anche il termine “cristudd” nomignolo che indica Gesù incoronato di spine. Dal 1860 in poi la rappresentazione vivente è diventata processione con statue di altissimo pregio, realizzate dal cartapestaio leccese Antonio Maccagni.

Ecco, nello specifico, quello che accadrà in questi giorni. Tutto inizia Giovedì 29 con la Messa in Coena Domini: i confratelli, scalzi, portano “u’ prdon” tra le mani (il tradizionale bastone del pellegrino) e la corona di spine di melograno sul capo. Il loro incedere è scandito dal suono della battola (conosciuta come trich trach). A coppie, formano le “paranze” e, accompagnati da un troccolante, iniziano il loro lento pellegrinaggio nelle chiese, dinnanzi ai Repositori. Il tutto termina il Venerdì Santo quando gli altari vengono preparati per l’Adorazione della Croce. Il Sabato la processione parte all’alba dalla Chiesa del Carmine e termina dopo mezzogiorno. Le statue sono portate a spalla dai confratelli. Il rito è aperto dal quartetto di bandisti “u’ fiscchett”, a seguire un confratello con la trich trach, lo stendardo della Confraternita listato a lutto e la Croce dei Misteri. Poi le statue: Cristo nell’orto degli ulivi, Cristo alla colonna, Cristo incoronato di spine, la Caduta, la Serafina col volto di Gesù, la Veronica con la tunica, Cristo alla croce, la Deposizione, la Pietà, il Calvario. Sfilano anche le consorelle e le bande con le loro marce struggenti.

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