JUST TRANSITION FUND: LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE PER TARANTO

STAMATTINA L'INCONTRO CON IL VICE SINDACO MELUCCI

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La Goletta Verde di Legambiente, l’imbarcazione dell’associazione ambientalista che solca le acque del nostro Paese con lo scopo di monitorare la qualità delle acque, denunciare le illegalità ambientali, le trivellazioni di petrolio, il marine litter e l’abusivismo edilizio, sbarcherà in Puglia, a Trani, dal 28 al 30 luglio. In attesa del suo arrivo, questa mattina a Taranto si è svolta la conferenza stampa, organizzata da Legambiente Puglia per presentare, promuovere e consegnare al Sindaco di Taranto le proposte dell’associazione ambientalista per i progetti del Just Transition Fund (***il documento in versione integrale è scaricabile dagli allegati***)  Hanno partecipato Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente Legambiente Taranto

Taranto e Brindisi sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionale e locali di dotarsi di una politica industriale che, anche grazie alle risorse del Next Generation EU, dia un futuro diverso a due realtà che stanno pagando un caro prezzo in termini di salute, ambiente, opportunità negate. “Legambiente propone di guardare unitariamente ai due territori per avere maggiori opportunità di successo puntando su un distretto dell’innovazione green, creando sinergie tra le rispettive risorse infrastrutturali, produttive, naturali, culturali ed umane dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia. ” Un progetto ambizioso che si muova lungo quattro assi: liberarci dai veleni, decarbonizzare le produzioni inquinanti, favorire l’innovazione energetica, ambientale e sociale, investire su formazione e ricerca. Un ruolo determinante di stimolo e guida dovrà svolgerlo la Regione Puglia“.

Ecco la video intervista a Ciafani del nostro direttore de “lo JonIo- Settimanale” Pierangelo Putzolu.

Nel suo dossier l’associazione chiede di imboccare con chiarezza la strada della decarbonizzazione. “Per lo stabilimento ex Ilva di Taranto il Governo abbatta in via prudenziale del 50% la capacità produttiva massima attribuita agli impianti attualmente in uso, nelle more di una integrazione della recente Valutazione del Danno Sanitario che evidenzia un rischio sanitario non accettabile per una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaioha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Il nuovo Piano industriale contempli lacostruzione di forni elettrici e segua il faro della decarbonizzazione indicato dall’Europa, avviando la rivoluzione dell’acciaio pulito con la realizzazione, da subito, di un impianto che utilizzi l’idrogeno verde conl’obiettivo di arrivare in pochi anni ad una rilevante capacità produttiva, come faranno in Svezia sia Hybrit che H2 Green Steel“.

Il territorio di Taranto è inserito in un Sito d’Interesse Nazionale (SIN) particolarmente vasto individuato con la Legge 426 del 1998 ed ai primi posti per contaminazione delle matrici ambientali.L’estensione dell’area contaminata e da bonificare è pari a 11.389 ettari, di cui 7.006 a mare e 4.383 a terra. Per Legambiente non è ammissibile che il sito sia ancora da bonificare dopo oltre 30 anni dall’individuazione di Taranto quale area ad elevato rischio di crisi ambientale (avvenuta nel 1990!); l’associazione chiede di definire gli interventi cantierabili da subito e di individuare ulteriori rilevanti risorse da mettere in campo per liberare il capoluogo jonico dai veleni.

Altro obiettivo da perseguire per Legambiente è “accelerare le rinnovabili“: insieme alla solarizzazione ed alla riqualificazione energetica delle città, in Italia l’eolico a terra e off-shore è una delle strade da percorrere con convinzione e costituisce un’opportunità per Taranto, per la sua industria siderurgica, per la valorizzazione del suo porto. Anche i mari pugliesi possono ospitare parchi eolici galleggianti: l’associazione chiede alla Regione Puglia di finanziare uno studio anemologico per sfruttare appieno le potenzialità dei venti pugliesi e di attivare lo strumento del dibattito pubblico. La filiera delle rinnovabili deve diventare anche il volano per la riconversione della raffineria di Taranto, sull’esempio di altre realtà italiane.

Accanto alla decarbonizzazione, riteniamo prioritario un progetto di vera e propria “rigenerazione” del Mar Piccolo e delle sue spondedichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto -, che in primo luogo dovrà vedere la realizzazione della bonifica delle aree da destinare alle attività di mitilicultura e andrà sviluppato un progetto che integri la valorizzazione della cozza tarantina, anche attraverso una D.O.P., mitilicultura sostenibile, con uso di materiali biodegradabili ed eliminazione dei manufatti abusivi, attività di pescaturismo e escursionistiche, con imbarcazioni alimentate ad energia solare prodotte da aziende cantieristiche locali. Gli approdi lungo la costa del Mar Piccolo vanno inseriti in una Ciclovia del Mar Piccolo che attraversi gli habitat compresi nel Parco recentemente istituito dalla Regione. Vanno inoltre bonificate le aree da destinare a nuovi insediamenti compresi nel C.I.S. Taranto o privati per attività compatibili con il Parco. Altro intervento necessario è il recupero del tessuto urbano della Città Vecchia nella parte che guarda il Mar Piccolo“.

Le altre proposte di Legambiente per l’utilizzo del Just Transition Fund per Taranto sono:

§ Aree ex Ilva, bonifica ed energia rinnovabile: I commissari di ILVA in A.S. devono accelerare la bonifica delle aree di loro pertinenza, definendo in tempi rapidi la destinazione dei cospicui fondi già a loro disposizione e rendicontando periodicamente sul loro operato ai cittadini di Taranto. Una parte di tali aree dovrebbe essere utilizzata per la produzione di energia rinnovabile.

§ Mobilità Sostenibile: Accanto alla realizzazione di una Ciclovia del Mar Piccolo, collegata alla rete delle Ciclovie pugliesi, va potenziata la rete ciclabile urbana di Taranto e realizzati interventi previsti dal PUMS come l’area a traffico limitato del Borgo. Va perseguito il miglioramento delle tratte ferroviarie Bari-Taranto e Brindisi-Taranto, in termini di riduzione dei tempi di percorrenza e di maggiore frequenza dei collegamenti.

§ Rigenerazione urbana: L’associazione ritiene fondamentale la piena realizzazione della Foresta Urbana con l’obiettivo di mettere a dimora 200mila alberi entro il 2025 ed un milione entro il 2030. In questo quadro va realizzato il Parco del fiume Galeso. Altri interventi auspicabili sono la riqualificazione energetica di tutti gli edifici pubblici accompagnata, per ciò che riguarda gli edifici scolastici, dalla loro messa in sicurezza.

§ Distretto economia circolare: Appare prioritario estendere rapidamente la raccolta differenziata dei rifiuti in tutto il perimetro urbano coniugando il porta a porta spinto con massicci investimenti in tecnologia digitale. Vanno previsti impianti per il riciclo creando un piccolo distretto dell’economia circolare, il primo del Sud Italia, con impianti per per la digestione anaerobica per produrre biometano e compost di qualità da frazione organica dei rifiuti urbani; per la selezione e la valorizzazione dei rifiuti da imballaggio da raccolta differenziata; per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, delle terre da spazzamento, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita; per il riuso dei prodotti dismessi in Centri di preparazione per il riutilizzo, per avviare a riciclo i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche a fine vita.

La città jonica da troppo tempo aspetta provvedimenti che concilino nel concreto il diritto alla salute e il diritto al lavoro, ecco perché è necessario definire una visone condivisa di sviluppo da strutturare nel piano di azione territoriale. Servono azioni urgenti per salvaguardare la salute e per definire un piano di lungo respiro per imprimere finalmente una svolta, seguendo il faro della decarbonizzazione indicato dall’Europa.

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