Fiera del Levante 2024

IL GESTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

LA RIFLESSIONE DELLA CRITICA D'ARTE E BLOGGER GABRIELLA GRANDE

964

Ma cos’è il Natale al giorno d’oggi? Ospitiamo il pensiero di Gabriella Grande, Art curator (mostre d’Arte ed eventi culturali), critica d’Arte su diverse riviste del settore, recensionista di Letteratura, blogger culturale, poetessa che intervista lo psicoterapeuta Felice Tursi.

A pochi giorni dal Natale, ho riflettuto insieme allo Psicoterapeuta-psicoanalista Felice Tursi (Taranto) su cosa faccia sopravvivere la dimensione del Natale in quest’epoca di distanziamento dovuto alla pandemia in corso. Per quale motivo lei crede sia così importante il Natale e ciò che ne deriva, ovvero la necessità di lasciarsi “toccare” (in un’epoca inaudita in cui è necessario tracciare un confine fisico tra me e l’altro per proteggere e proteggersi) dal riconoscimento nell’altro del nostro bisogno? Il Natale è l’ideale che, per pochi giorni, sembra possibile?

L’ideale è un’illusione, invece il Natale è ciò che tu ti aspetti come episodio potenziale. Il Natale rimanda alla nascita di ognuno di noi così come potenzialmente te lo aspettavi, ma non è stato. Quando nasci, hai l’aspettativa di trovare dall’altra parte il seno, ovvero qualcosa o qualcuno che ti dia esattamente quello di cui tu hai bisogno. E, invece, il venire al mondo diventa subito adattamento, in quanto non sempre chi si prende cura di noi alla nascita riesce ad entrare subito in sintonia con il bambino, e questo fa scaturire la frustrazione che fa entrare in funzione meccanismi di difesa necessari a compensare la mancanza della piena soddisfazione del bisogno. Al contrario, il Natale rappresenta l’universale e potenziale speranza insita in ognuno di noi di trovare qualcuno che “legga” perfettamente quel qualcosa che ci manca e lo faccia proprio nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Ciò crea un intenso “contatto” emotivo. Quindi comprensione e sintonizzazione. È questo ciò di cui non possiamo fare a meno. Il gesto giusto al momento giusto diventa un modello interno di come andranno le cose, un’aspettativa strutturale che, se ci accompagna per tutta la vita, ci apre ad un atteggiamento positivo nei confronti del mondo.

Ma, allora, quale potrebbe essere il miglior regalo di sempre?

Quello che non sai più che ti stai aspettando e che ti raggiunge, perché un altro, in quel preciso momento, riconosce che per te è importante. L’aspettativa, l’attesa a cui ho fatto riferimento all’inizio è la soglia su cui il sé attende il riconoscimento da parte dell’altro del proprio bisogno.

Comments are closed.