“I MANAGER ARCELOR SI LAMENTAVANO DEI COSTI TROPPO ALTI”

La deposizione di un dirigente al Tribunale di Milano

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‘I manager stranieri (di ArcelorMittal) ricordo essere stati molto critici sulla gestione, in quanto ritenevano che i costi industriali fissi (manodopera, manutenzione) e variabili (materie prime) fossero molto alti’. Lo ha dichiarato ai magistrati di Milano il dirigente di ArcelorMittal Italia Giuseppe Frustaci, nella sua testimonianza resa e citata dai pm nel ricorso presentato oggi in sede civile per sostenere il ricorso dei commissari Ilva nel contenzioso con ArcelorMittal al tribunale di Milano. ‘Le critiche (dei manager stranieri) erano indirizzate soprattutto all’amministratore delegato Jehl (ad di ArcelorMittal Italia fino al 15 ottobre scorso, ndr), e alla direzione dello stabilimento di Taranto’, continua il testimone, ricordando che ‘tali rimostranze furono fatte gia’ nella prima riunione di febbraio del 2019, nella quale venne messo in evidenza soprattutto l’alto costo della manodopera a causa del livello dello straordinario e del tasso di assenteismo’. Inoltre, prosegue lo stesso teste, ‘i manager esteri sostenevano altresi’ che per l’attuale marcia degli impianti (vale a dire la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio), la qualita’ delle materie prime fosse troppo alta e che occorresse utilizzarne di qualita’ inferiore per abbattere i costi’. A questo si aggiunge che, ‘con riferimento al personale, nella riunione di giugno/luglio i manager esteri richiesero espressamente di ricorrere allo strumento della cassa integrazione ordinaria per circa 1.300 persone, perche’ si stava delineando gia’ da qualche mese una evoluzione del mercato non favorevole’.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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