FRANCESCA SEMERARO, LA MEMORIA E I RECORD

La campionessa del salto con l’asta è chiamata a una nuova impresa ai campionati italiani assoluti (Padova, 28-30 agosto): è il grande obiettivo della tarantina

1.067

di Paolo ARRIVO

Quando una donna viene considerata miglior atleta del decennio dalla comunità in cui è nata e cresciuta si può fare una sola cosa: togliersi il cappello, chi ammira le gesta sportive, e applaudire i sacrifici che ci sono dietro la vittoria. Specie se la donna è giovanissima. Era l’estate scorsa quando Francesca Semeraro veniva insignita del “Premio Atleta di Taranto”. Adesso la tarantina, sempre giovane (classe 1997, compirà ventitré anni a ottobre), ha la maturità e l’esperienza per mirare a un grande obiettivo: i campionati italiani assoluti, in programma a fine mese, dal 28 al 30 agosto – la sede è stata spostata a Padova a causa della pandemia.

Al grande appuntamento come ci arriva? Fisicamente è ok. Infatti, al rientro in gara dopo la quarantena, ai campionati regionali assoluti di società su pista a Molfetta, la saltatrice con l’asta ha ritoccato il record regionale pugliese raggiungendo la misura di 4,06 metri. Successivamente ha steccato alla riunione provinciale di Foggia accusando un po’ di stanchezza. Confermando di essere umana, per fortuna: a spingerci alle imprese straordinarie, da scrivere, da vivere, sono proprio i nostri limiti. Come sta mentalmente lo sa soltanto lei. Le sensazioni sono positive, agli occhi di chi le sta vicino…

È ferragosto, passato da poco. Tempo di vacanza, utile a riscoprire il piacere della lentezza che, come presagì il novantunenne Milan Kundera, vive un rapporto segreto stretto intimo con la memoria. Possiamo fermarci a ricordare che Francesca Semeraro ha già vinto. Che non si diventa per caso campionessa italiana (lo è stata per otto volte nelle categorie giovanili), né si arriva all’argento ai Campionati promesse indoor, in finale agli Europei under 20 se non si ha talento, capacità di saltare e restare sulla cresta dell’onda per tanto tempo. Facciamo il tifo per lei, dunque. Ma con sentimenti di gratitudine, senza metterle pressione, perché possa fare il risultato (il più alto possibile) ed emozionarci ancora. Lo ha già fatto il mese scorso allo stadio Paolo Poli. Ha stupito se stessa, oltre ai supporters, all’allenatore Davide Colella, al professor Danilo Diana e a quanti seguono la punta di diamante dell’Alteratletica Locorotondo negli allenamenti tra la sua Taranto e Foggia: tornare in pista dopo due mesi di quarantena, di interruzione della preparazione, con annesse ansie generate dal nuovo coronavirus, e firmare un nuovo  record e non una semplice vittoria è qualcosa di strabiliante. Di meraviglioso.

Comments are closed.