“FERMARE LA CANCELLAZIONE DI TRENI DA TARANTO”

L'ALLARME LANCIATO DA SASSO E LISCO DI UILTRASPORTI

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Preoccupa, e non poco, la questione trasporti del capoluogo ionico alla luce di alcune “notizie di corridoio” che, se confermate, potrebbero arrecare non pochi disagi a cittadini e ai turisti fruitori della linea ferroviaria nel bel mezzo di una stagione turistica.

Uiltrasporti a tutti i suoi livelli ha da sempre denunciato l’isolamento che la città di Taranto sta subendo nei collegamenti ferroviari da e per il centro e nord Italia.
E desta preoccupazione, non in ultimo, l’abbandono e il decadimento di una
Stazione ferroviaria che rappresentava un vanto per la Regione e la città di Taranto, crocevia di turisti e snodo strategico per il settore industriale.

«Come ogni estate, la cadenza dei treni a lunga percorrenza da e per Taranto subisce un crollo vertiginoso dovuto alle chiusure delle linee per esigenze manutentive straordinarie» denunciano Carmelo Sasso di UIL TRASPORTI Taranto e il segretario regionale alla mobilità Fabio Lisco.

«A questo contesto già poco idilliaco – continuano i segretari dell’organizzazione – per i trasporti tarantini, si aggiungono le notizie ufficiose di “cambi di volontà” che comporterebbero la cancellazione del Frecciarossa Taranto-Milano e viceversa e di alcuni Intercity come il 700-701 Taranto-Roma-Taranto.
Se queste informazioni dovessero tramutarsi in realtà non solo la cittadinanza tarantina con il territorio perderebbero dei vettori importanti ma si avrebbero ricadute in negativo a livello occupazionale: i vagoni vengono riassettati da personale ferroviario e personale dell’indotto degli appalti tarantini
».

Sasso e Lisco concludono: «Uiltrasporti è sempre disponibile a valutare nel merito quanto in atto e chiede di aprire subito un confronto con le parti interessate (Istituzioni, Trenitalia e politica del territorio) per scongiurare una decisione che produrrebbe solo problemi ai lavoratori e ai cittadini portando sempre di più ad isolare la città di Taranto. Cosa che i tarantini non meritano».

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