EX ILVA, TAVOLO SINDACO-PARLAMENTARI: «ACCORDO DI PROGRAMMA COME A GENOVA»

STAMATTINA L'INCONTRO A PALAZZO DI CITTA'

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Si è riunito oggi a Palazzo di Città di Taranto un tavolo tra l’Amministrazione comunale e i parlamentari ionici, per approfondire una molteplicità di aspetti in divenire in relazione alla vicenda ex Ilva.

Il tavolo ha raggiunto una generale sintonia sulle esigenze inderogabili della comunità ionica, sulle azioni da porre in essere a tutti i livelli istituzionali per assicurare il raggiungimento di tali obiettivi epocali, nelle more di comprendere quali atti formalmente il Governo intenderà adottare.
Il tavolo ritiene ormai che l’unica linea possibile per il bene di Taranto sia quella che conduce ad un accordo di programma come quello adottato a Genova, che non prescinda dalla valutazione dell’impatto sanitario preventiva. C’è dunque una visione condivisa sullo stop alle fonti inquinanti dello stabilimento siderurgico, sulle risorse da garantire alle bonifiche dell’area ionica, alla riqualificazione dei lavoratori e al redigendo DL Taranto. Misure, queste ultime, che devono prescindere dagli esiti della attuale trattativa con ArcelorMittal.
Dovesse mancare la prospettiva dell’accordo di programma con siffatte caratteristiche, il tavolo concorda sulla irrimediabilità della chiusura definitiva della fabbrica ionica.
Il tavolo tornerà a confrontarsi in maniera ricorrente man mano che la vertenza ex Ilva si evolverà.

Hanno partecipato all’incontro:
On. Gianpaolo Cassese
On. Rosa D’Amato
On. Rosalba De Giorgi
On. Alessandra Ermellino
On. Ubaldo Pagano
On. Giovanni Vianello
Sindaco Rinaldo Melucci

Questa la dichiarazione congiunta dei parlamentari Cinque Stelle:

“Crediamo che per Taranto e per la Puglia, chiunque sia impegnato per la ricentralizzazione del territorio nel dibattito politico e sociale, a prescindere dalle personali appartenenze politiche e dal ruolo che riveste nel proprio quotidiano, debba perseguire gli stessi intendimenti. L’obiettivo ora dovrà essere comune perché già in passato, chi aveva potere decisionale su Taranto ha continuato ad appoggiare le becere politiche unicamente a vantaggio della fabbrica, il tutto a sfavore della città e dei suoi abitanti. Cosi come abbiamo messo fine all’odiosa immunità penale in maniera trasversale, ora occorre lavorare in sinergia per Taranto. Auspichiamo che tutte le forze politiche e sociali a prescindere dal ruolo convergano in questo percorso”. Lo dichiarano i portavoce del MoVimento 5 Stelle che hanno partecipato all’incontro organizzato dal sindaco di Taranto presso gli uffici di Palazzo di Città in merito agli ultimi episodi legati al caso Ilva. Nello specifico i parlamentari Cassese, De Giorgi, Ermellino e Vianello, insieme all’europarlamentare Rosa D’Amato. “Per questo motivo intendiamo ribadire le nostre proposte, anche come esempio di chiarezza nei confronti di tutti gli interlocutori coinvolti, a cominciare dal nostro gruppo parlamentare”, aggiungono, elencando i punti per Ilva: “Si propone quindi la chiusura delle fonti inquinanti previo accordo di programma sul modello genovese, con l’intento di pianificare la chiusura dell’area a caldo; conseguentemente il rafforzamento dell’area a freddo con mantenimento dei livelli reddituali dei lavoratori in esubero tramite il reimpiego per le bonifiche, lavori di pubblica utilità, nuove opportunità lavorative e buonuscita. Occorre quindi una Valutazione del Danno Sanitario preventiva, realizzata in base alle linee guida VIS. Ovviamente non accetteremo nessun nuovo decreto Salva Ilva”. “Su Taranto – concludono – oltre alle singole proposte che abbiamo già rappresentato al Governo non solo nell’ambito del Cantiere Taranto, ribadiamo l’importanza di proseguire sulla linea della riconversione economica, grazie agli stimoli e all’impegno di un commissario straordinario che sia in grado di realizzare una pianificazione e quindi un cronoprogramma di breve, medio e lungo termine, il quale altresì possa reperire risorse attingendo a fondi in ambito MEF e ministero per il Sud. Inoltre il Fondo di transizione equa non dovrà essere usato per salvare l’Ilva ma per sostenere un processo di cambiamento socio-economico a lungo termine”.

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