EX ILVA, NELLE PROSSIME ORE LA DECISIONE DEL PREFETTO

Oggi nuova serie di incontri, anche con ArcelorMittal

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Dopo aver ascoltato, in call conference, nella giornata di ieri sia i sindacati confederali che quelli metalmeccanici, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, effettuerà questa mattina nuove audizioni in relazione alla situazione di ArcelorMittal, l’ex Ilva, in ordine all’applicazione del Dpcm del 22 marzo su attività produttive e Coronavirus. C’è la possibilità che l’attivita della fabbrica dell’acciaio sia sospesa o ulteriormente ridotta rispetto alle riduzioni fatte già da ArcelorMittal con la fermata di una serie di impianti. In mattinata, il prefetto ascolterà Confindustria Taranto, ArcelorMittal, Spesal Asl Taranto e il custode giudiziario della fabbrica, Barbara Valenzano (gli impianti, di proprietà Ilva con ArcelorMittal gestore in fitto, sono infatti sotto sequestro da luglio 2012 con facoltà d’uso). Una decisione sul siderurgico e sulle aziende collegate è dunque attesa nelle prossime ore.

Il prefetto, in una comunicazione inviata ad alcuni ministeri, “non esclude di dover procedere alla sospensione dell’attività produttiva” in base all’articolo 1 della lettera G del Dpcm 22 marzo 2020. A tale sospensione, precisa, “conseguirà analogo provvedimento per le imprese dell’indotto”. Il prefetto scrive che “particolare rilievo assume la comunicazione prodotta dalla società ArcelorMittal, gestore degli impianti ex Ilva, con la quale ha sostenuto, in relazione alla tipologia di impianto connotato da ciclo continuo, la legittimità della prosecuzione dell’attivita produttiva che al momento impiega circa 4000 dipendenti (50 per cento dell’ordinaria forza lavoro). Collegate alla continuità della ex Ilva – dice il prefetto di Taranto – le comunicazioni fatte pervenire da alcune aziende dell’indotto”. Il prefetto annuncia inoltre di aver incaricato i Vigili del Fuoco “per una valutazione tecnica sualla effettiva necessità di mantenere la produzione attuale, quale misura indispensabile per non compromettere la sicurezza e la funzionalità degli impianti”. Ieri sera, al termine dell’audizione delle sigle metalmeccaniche Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb, queste hanno congiuntamente dichiarato che “il prefetto ha ribadito che un eventuale assetto di marcia sarà consentito solo per preservare gli impianti insieme alla incolumità dei lavoratori”. “Per quanto ci riguarda – hanno sostenuto le federazioni metalmeccaniche – la salute dei lavoratori e delle loro famiglie viene prima della produzione”. (AGI)

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