«DOPO COVID, LA RISPOSTA È NELL’ECONOMIA CIRCOLARE»

L’analisi dell’amministratore delegato di Progeva srl, Lella Miccolis

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L’analisi dell’amministratore delegato di Progeva srl, Lella MiccolisUn cammino ricco di successi alla guida della Progeva. Una scalata compiuta passo dopo passo nel mondo dell’impresa green con il ruolo di amministratore unico. Lella Miccolis è ormai un punto di riferimento nell’imprenditoria jonica, senza scomodare tematiche di genere o quote rosa.

Reduce dal recente premio Industria Felix assegnatole per performance gestionali e affidabilità finanziaria, l’imprenditrice laertina ha ricevuto, con la nomina a vicepresidente della Fondazione ITS Agroalimentare Puglia, un altro prestigioso riconoscimento, andando ad affiancare il Prof. Vito Nicola Savino nella conduzione della Fondazione.

Il prestigioso incarico ha premiato, una volta di più, l’impegno profuso dall’imprenditrice, attraverso la sua azienda, volto alla diversificazione, ovvero alla creazione di sinergie fra ambiente, agricoltura e alimentazione. Proprio per questo abbiamo voluto ascoltarla nell’ambito del “Rapporto Economia”: per conoscere il punto di vista sul futuro di chi è abituato a guardare lontano. Verso l’innovazione.

Quale visione di sviluppo per la Puglia, dottoressa Miccolis, dobbiamo aspettarci dopo (si spera quanto prima) l’emergenza-Covid?

«Non sono un’economista, non sono una figura politica, non mi reputo una opinion leader e quindi non ho su di me la responsabilità delle sorti dell’economia sociale e ambientale della mia tanto amata terra, ma mi piace pensare di poter offrire un contributo concreto alla discussione sul dopo “Covid 19”. La pandemia che ci ha travolto è l’espressione più forte e più drammatica del fatto che quando si violano le regole secolari della natura, la natura si ribella. E da qui che si deve partire nel ragionamento. L’economia lineare caratterizzata da un modello di interazione impresa/società-ambiente del “prendere, fare e smaltire” sta mostrando tutta la sua fallacia e deve cedere obbligatoriamente e repentinamente il passo all’economia circolare caratterizzata invece dalla valorizzazione dei residui di lavorazione, dall’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, dal riciclo dei rifiuti derivanti dal consumo dei prodotti, nonché dall’estensione del ciclo di vita di quest’ultimi. Nella fase delicata della ricostruzione, le imprese pugliesi e non solo, dovranno con il sostegno delle istituzioni e con la spinta del mercato riprogettare il proprio business in chiave sostenibile e con questo non intendo solo l’andare verso la transizione ecologica (tutela ambientale) ma anche verso l’inclusione sociale (salvaguardia della salute pubblica, inserimento stabile delle fasce deboli nel mondo del lavoro, giustizia sociale). Certamente il tessuto imprenditoriale pugliese fatto principalmente di piccole e medie aziende meno strutturate dal punto di vista organizzativo, meno solide finanziariamente, con cicli produttivi brevi e semplici, più restie culturalmente ai cambiamenti renderà il processo di trasformazione più complicato e più lento. Tuttavia sarà per tutti inderogabile farlo, anche per ridurre inefficienze economiche e costi sociali nonché per sfruttare le incentivazioni, le premialità, i finanziamenti, gli aiuti pubblici e quelli privati dedicati. Bisognerà anzi bisogna saper produrre un profitto sano, riproducibile, equamente distribuito. Se non siamo capaci di riorientarci, ahimè soccomberemo perché fagocitati dalla concorrenza, puniti dalla natura, investiti dalle rivoluzioni sociali».

 

2 ) Formazione, sviluppo e impresa, tre direttrici entro le quali si muove la green economy: è questa la “mission” di Progeva?

«Decisamente sì. La “mission “di Progeva è preservare e valorizzare le risorse naturali riducendo al minimo gli impatti ambientali dei propri processi e prodotti, obiettivo che si rende possibile grazie a un lavoro di costante e continua formazione, base imprescindibile per lo sviluppo dell’impresa. Le idee, i progetti, i prodotti aziendali perfettamente aderenti ai principi della Green economy trovano linfa vitale grazie alla presenza di professionalità interne all’azienda, adeguatamente qualificate, propense all’innovazione e capaci di individuare soluzioni tecniche e tecnologiche efficaci, efficienti e sostenibili. Donne e uomini pieni di propositi ed entusiasmo. Figure imprescindibili per la funzionalità e la solidità dell’organizzazione aziendale che condividono con me un assunto fondamentale: ciò che è giusto conviene anche. Ma riteniamo al contempo fondamentale superare i confini del nostro contesto aziendale, mescolarci e confrontarci con le diverse categorie istituzionali e professionali del territorio, per gettare le basi di un sapere e di un saper fare condiviso, praticare e comunicare la sostenibilità. Per questo Progeva si impegna in attività di ricerca e sperimentazione sviluppate in collaborazione con gli stakeholders della filiera del rifiuto organico e della produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura, con le associazioni datoriali di categoria, con le agenzie di sviluppo, con il mondo accademico ed universitario tutto. Iniziative che prevedono l’attuazione di efficaci campagne comunicative di informazione/formazione sull’importanza di una corretta raccolta della frazione organica dei rifiuti ed altrettanto numerosi studi finalizzati allo sviluppo di tecniche innovative per il trattamento, il recupero, il reimpiego e la valorizzazione agronomica delle matrici organiche compostabili e per l’utilizzo degli ammendanti compostati nel settore del giardinaggio hobbistico, dell’ortoflorovivaismo e dell’agricoltura biologica».

Economia circolare, un tema, dottoressa Miccolis, che va di moda. Nel settore ambientale, e segnatamente nel vostro, come si traduce e con quali vantaggi?

«Progeva rappresenta a tutti gli effetti l’esplicazione concreta dei principi dell’economia circolare.

È un’impresa a servizio delle comunità e del territorio, la cui attività si traduce in innumerevoli vantaggi ambientali ed economici.  In primis, la corretta gestione e valorizzazione del rifiuto organico, che viene trasformato da rifiuto a risorsa, permette di far bene al suolo, al Pianeta e alle nostre tasche, sottraendo la frazione organica ad una destinazione impropria qual è quella della discarica e /o inceneritore. Non solo. Ci permette di dare il giusto rilievo economico, ambientale e sociale al suo intrinseco ed indiscusso valore agronomico, scientificamente acclarato. Il rifiuto organico possiede un enorme potenziale che il nostro processo di compostaggio rivela, valorizza e restituisce alla terra sotto forma di compost di qualità certificata, concime naturale valido alleato nella lotta alla desertificazione (perdita di fertilità e biodiversità) e ai cambiamenti climatici favorendo i processi di immagazzinamento e sequestro del carbonio nel suolo (carbon sink), che contrasta i fenomeni erosivi a carico dello stesso e ne migliora la struttura, rigenerandolo.  Ed è da questa volontà, dalla volontà di lavorare per rigenerare, che nasce il business innovativo del nostro impianto di compostaggio. Un business che ci auguriamo possa continuare a crescere anche grazie all’accesso ai Fondi che la Comunità europea attraverso il Next Generation EU ha destinato agli Stati membri per supportarli accompagnandone la transizione verde. Fondi che rappresentano una significativa spinta all’economia circolare, ovvero all’elemento chiave su cui Progeva fonda la sua mission ed il suo operato. Potremo dunque implementare e far crescere le nostre attività aziendali anche grazie al supporto e al sostegno delle misure previste e con esse promuovere occupazione, valore sociale, ambientale e d economico».

 

In una scheda a parte una sola domanda

Come nasce e come si sviluppa fino ai giorni nostri Progeva?

«La nostra idea di business è nata tra i banchi di un corso di formazione post-universitario in risposta ai profondi cambiamenti della normativa in tema di gestione di rifiuti e in coerenza con le peculiarità e le esigenze del territorio e delle comunità di appartenenza. Un’impresa innovativa posta in essere attraverso la scelta di tecnologie all’avanguardia, l’adozione di presidi ambientali performanti, lo svolgimento di un continuo percorso di ricerca e sviluppo teso al miglioramento dei prodotti e dei processi e l’applicazione del concetto del Life Cycle Assessment per ridurre lo spreco di risorse materiche ed energetiche. Abbiamo precorso i tempi puntando sull’economia circolare, muovendo dalla convinzione che la sostenibilità avrebbe offerto sempre più opportunità di mercato in grado di guardare al futuro costruttivamente.

Una scommessa vinta non senza ostacoli e difficoltà ma che è stato possibile superare attraverso una buona dose di impegno, lungimiranza e tenacia. Una scommessa che ad oggi è una realtà solida, credibile e apprezzata a livello locale e nazionale che è stata capace di dare voce, sostanza e futuro ad altre aziende ad essa collegate che agiscono in maniera sinergica e complementare nei settori dell’ambiente, agricoltura e agroalimentare.  Imprese circolari e rigenerative, che da subito hanno recepito l’urgenza di passare dall’enunciazione dei principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica di cui sono promotrici, all’esecuzione concreta, coerente ed immediata degli impegni che tali principi comportano. Progeva è oggi un’organizzazione moderna e stabile, che guarda al futuro in sintonia perfetta con il Green New Deal. Guardiamo al futuro con positività e propositività. Nell’arco dei prossimi anni puntiamo a divenire una bioraffineria, a produrre energie rinnovabili e a trattare altre tipologie di rifiuti e sottoprodotti. Insomma, siamo un cantiere di idee e progetti circolari, in continua evoluzione».

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