A metà giugno dello scorso anno la Filctem Cgil di Taranto aveva lanciato l’allarme: più di 700 lavoratrici e lavoratori del settore tessile di Martina Franca, per un totale di circa 40 imprese, rischiavano l’espulsione dal mondo del lavoro, in assenza di strumenti di sostegno al comparto e al reddito. Allarme che fu colto dalla Regione Puglia che, tramite la sua task force per l’occupazione convocò le organizzazioni sindacali nonché le associazioni di categoria. Una crisi dovuta anche alla parcellizzazione del comparto fatto da micro-imprese, spesso contoterziste che hanno difficoltà a fare sistema sia per il loro rilancio sia per quanto riguarda la costituzione di un fronte unico nelle vertenze che le riguardano.
Ma a distanza di pochi mesi la situazione non è cambiata di molto, nel nostro territorio così come nel resto del Paese, tanto è vero che , sottolinea Francesco Bardinella, segretario generale della Filctem Cgil di Taranto, «abbiamo lanciato una piattaforma nazionale, insieme a Femca e Uiltec, in cinque punti proprio per dare una sterzata alla crisi che riguarda il settore e presentata dalle segreterie nazionali al Tavolo della Moda che si è tenuto il 24 gennaio scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy».
Una piattaforma rivendicativa, dunque, che si articola in cinque punti: nuova politica industriale complessiva che valorizzi la seconda manifattura italiana per numero di addetti, con l’adozione di interventi mirati a sostenere l’imprenditorialità e gli investimenti nel nostro Paese; riforma e rifinanziamento degli ammortizzatori sociali inclusiva di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori del comparto; attenzione alle politiche di filiera e di sostenibilità che considerino legalità, salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori come elementi prioritari; impegno diretto e costante del ministero alle Imprese e al Made in Italy sui tavoli di crisi; mantenimento del tavolo di crisi ministeriale per monitorare congiuntamente l’esistente e concordare eventuali azioni correttive, che parta dall’osservazione puntuale e statistica dei fenomeni di deindustrializzazione del settore e valuti azioni concrete per contrastarne il fenomeno.
«Si tratta – conclude Bardinella – di tutelare un asset che per la provincia di Taranto è ancor più strategico oltre che storico. Occorre investire sempre più nel processo produttivo e, soprattutto, nella valorizzazione delle maestranze».
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