CITTADELLA DELLA CARITA’: LE REAZIONI

UN CORO: "UNA REALTA' DA DIFENDERE AD OGNI COSTO"

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DOPO la sospensione dell’accreditamento alla Cittadella della Carità di Taranto si registrano una serie di interventi a difesa della struttura sanitaria.

ANNITA LAVECCHIA (FDI)

La recente decisione di avviare le procedure per revocare l’accreditamento della Cittadella della Carità di Taranto ha gettato nell’incertezza non solo il futuro dei pazienti che vi sono attualmente ricoverati, ma anche quello di quasi un centinaio di lavoratori e degli studenti delle professioni sanitarie che vi trovavano un punto di riferimento imprescindibile.

Le gravi criticità riscontrate durante i sopralluoghi delle autorità competenti,
hanno costituito un ostacolo invalicabile per la conferma dell’accreditamento, rendendo necessaria la sospensione delle attività ambulatoriali e di degenza. Questo drastico passo comporterà il trasferimento o la dimissione dei pazienti, oltre a mettere a rischio il sostentamento di numerose famiglie e l’educazione di futuri operatori sanitari.

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, ha sollevato con veemenza la questione, annunciando l’intenzione di chiedere un’audizione all’assessore alla Sanità, Rocco Palese. Perrini ha giustamente evidenziato l’impatto devastante che questa decisione avrà sul tessuto sociale e occupazionale della città di Taranto, con decine di famiglie che si trovano ora ad affrontare un futuro incerto.

Non possiamo ignorare il fatto che la Cittadella della Carità ha rappresentato per anni un pilastro fondamentale per la sanità locale, offrendo assistenza e formazione a numerosi operatori sanitari in erba. La sua chiusura non solo priverebbe la comunità di un servizio essenziale, ma comprometterebbe anche la formazione di future generazioni di professionisti della salute.

In questa difficile situazione, è fondamentale che le istituzioni locali e regionali agiscano con prontezza e determinazione per trovare soluzioni alternative che possano garantire la continuità delle cure per i pazienti, la salvaguardia dei posti di lavoro e la continuità dell’istruzione per gli studenti delle professioni sanitarie.

La chiusura della Cittadella della Carità di Taranto non è solo una questione sanitaria, ma una crisi che coinvolge direttamente il tessuto sociale ed economico della città. È imperativo che tutte le parti interessate lavorino insieme per trovare una soluzione che sia equa e sostenibile per tutti.

Il Presidente del Circolo Radici FDI TA
Dott.ssa Annita Lavecchia .

GIANNI LIVIANO (CONSIGLIERE COMUNALE DEMOS)

Io me lo ricordo bene quando mio padre, orgoglioso, ci raccontava che aveva offerto qualche ora del suo lavoro per dare un contributo al Sogno di Mons. Motolese.E mio padre lo diceva orgoglioso e fiero, contento perché  pensava che quel sogno, il sogno di Mons. Motolese, fosse un sogno giusto, un sogno bello, un sogno che meritaaa di essere condiviso..Io mi ricordo quando i ragazzini delle scuole, per realizzare quel sogno, offrivano i loro salvadanai, dopo aver rinunciato ad acquistare forse qualche busta di figurine di calciatori della Panini, qualche giornaletto, o il panino con il prosciutto che vendeva la salumeria che stava di rimpetto alla scuola.Monsignor Motolese era autorevole e credibile e per questo il Suo sogno, il sogno di una Cittadella che accogliesse i poveri, gli ultimi, gli ammalati, divento’ il sogno dell’intera città: dei sindacati e della Politica, non importa se di sinistra, o di destra o di centro,   dei commercianti, degli operai, degli impiegati.E quando la Cittadella fu inaugurata festeggiarono tutti. E ogni giorno un numero elevato di volontari, da ogni parrocchia, si recava alla Cittadella, per tenere compagnia ai poveri, alle persone sole.  Io mi ricordo di Suor Delia, che coordinava il servizio ai poveri e si impegnava perché ad ogni persona fosse salvaguardata la dignità. Io mi ricordo quando, qualche anno dopo, in Cittadella arrivo’ il Papa, San Giovanni Paolo Secondo,  quando atterro’ con l’elicottero in Cittadella.  Nel frattempo l’arcivescovo era diventato   Monsignor De Giorgi, ma gli onori di casa in Cittadella li fece, come era giusto, Mons. Motolese.Ne è passato di tempo e la città è cambiata e non sono certo che sia cambiata in meglio. Sicuramente la Cittadella è cambiata in peggio. E negli anni è stato tradito il sogno di Mons. Motolese,  che poi era il sogno di una città. La gestione è stata per anni fallimentare e il controllo  forse un po’ distratto. La vicinanza della città si è ridotta e ora ci sono tanti dipendenti che rischiano di perdere il lavoro, molti pazienti che devono essere trasferiti e la città che sta perdendo una struttura sociale, prima ancora che sanitaria, nell’indifferenza generale.Non vada persa una struttura cosi’ importante, non vada offeso il sogno che la città dei nostri padri ha condiviso.
Gianni Liviano

FIALS TARANTO E UGL SALUTE

Le organizzazioni sindacali FIALS e UGL Salute, i sindacati più rappresentativi all’interno della Fondazione Cittadella della Carità, hanno incontrato in assemblea i lavoratori ricevendo il mandato ad avviare una mobilitazione del personale fin quando non si riceverenno notizie rassicuranti e la situazione di crisi non rientrerà.

È questa la sintesi dell’asseblea svolta al di fuori della Fondazione da parte delle organizzazioni sindacali FIALS e UGL Salute, che sabato 23 marzo, manifesteranno nei pressi dell’Arcivescovado per richiedere un immediato intervento della Curia, ovvero di chi ha la resposansabilità di nominare il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cittadella della Carità.

UNITÀ E NON DIVISIONI”, è questo il motto lanciato da Franco Brunetti della FIALS e Errica Telmo dell’UGL Salute, al termine dell’assemblea a tutti i lavoratori, in questo momento delicato non ci sono sigle sindacali o bandiere che tengano, al centro ci sono i lavoratori e le loro famiglie e il futuro della Fondazione.

Lunedì le due sigle più rappresentative nella Fondazione Cittadella della Carità manifesteranno anche sotto la Prefettura di Taranto con contestuale richiesta di essere ascoltati dal Prefetto di Taranto per la definizione di un tavolo di crisi territoriale.

La mobilitazione del personale continuerà ad oltranza con l’auspicio che sia la ASL che la Regione Puglia si occupino della tutela occupazionale delle 160 famiglie che dipendono dalle sorti della Cittadella della Carità

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