CDC, SPORTELLI: “DIMISSIONI IMPROVVIDE E INTEMPESTIVE”

La presa di posizione del presidente della Camera di Commercio dopo l'uscita dei rappresentanti di Casartigiani, Cia, Coldiretti, Confcommercio

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I rappresentanti delle Associazioni provinciali di Casartigiani, Cia, Coldiretti, Confcommercio, lo scorso 27 luglio 2018, hanno rassegnato le proprie dimissioni dal Consiglio della Camera di Commercio di Taranto. “Sono venute meno – hanno dichiarato – le ragioni per proseguire un percorso non più condiviso. Tale decisione è motivata dalla diversità di visione dell’idea di sviluppo dell’economia del territorio declinata dai vertici camerali, e dalla non condivisione del progetto prevalentemente industrialista e poco attento alla diversificazione economico-produttiva, che ha caratterizzato le politiche della Camera di Commercio”.

Sull’argomento si registra ora la risposta del presidente della Camera di commercio, Luigi sportelli, che pubblichiamo integralmente:

Non è un “terremoto”. Dimettersi dal Consiglio camerale è un diritto e questo non mette in crisi la Camera di commercio che ha già avviato le procedure previste dalla norma per reintegrare i seggi resisi vacanti. Non intendo, dunque, avviare una polemica su quanto accaduto, ma certamente non condivido le motivazioni che hanno portato i 5 componenti a lasciare, né posso condividerne la tempistica.

Tanto il Consiglio, quanto la Giunta sono luoghi di confronto e mai è stata impedita l’espressione del dissenso o la manifestazione di proposte diverse. Questo è un punto francamente incontestabile. L’Ente nel quale i consiglieri dovrebbero sedere per legge senza vincolo di mandato – vale a dire svincolati dagli interessi datoriali delle associazioni di categoria che li hanno indicati (la nomina è, poi, fatta dal Presidente della Regione) –  è governato in modo trasparente e le decisioni vengono prese secondo criteri di democrazia. Chi è in disaccordo o in opposizione porta il proprio punto di vista, se ne è capace. Ove non vi sia l’unanimità, è il voto a decidere, non la volontà dei singoli. Non vedo cosa vi sia di oscuro in questo normale meccanismo e non comprendo quando questo tanto invocato confronto sia mancato.

C’è, poi, da dire, che quanto addotto in merito ad una visione “industrialista” dello sviluppo economico provinciale appare a dir poco fantasioso. Ma, si sa, “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. La Camera di commercio si adopera da anni, come è ben noto, a favore di tutti i comparti, soprattutto in un’ottica di modifica profonda del paradigma di crescita del nostro territorio. Innovazione, sviluppo sostenibile, economia circolare sono i temi del nostro impegno e le linee strategiche della nostra programmazione, con riguardo alla quale ho visto, al massimo, astensioni da parte dei consiglieri dimissionari che su questi temi non hanno mai presentato alcuna proposta.

Infine, come dicevo, la tempistica mi pare improvvida. Come è noto, la Camera di commercio di Taranto è nella delicata fase di accorpamento con quella di Brindisi, in esito al completamento del processo di riforma del Sistema camerale italiano. È una partita molto importante che necessiterebbe di responsabilità, per i due territori e per i settori economici rappresentati nei Consigli. Queste improvvise dimissioni dagli Organi di governo, peraltro comunicate ai media, ancor prima che alla Camera e alla Regione, con toni apodittici e ai limiti dell’eroismo, indeboliscono potenzialmente non tanto l’Ente – che, come detto, sta provvedendo a ristabilire le normali condizioni di rappresentanza, quanto, invece, i settori e le imprese di cui quei consiglieri tanto si preoccupano.

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