CASARTIGIANI: “SI RIFLETTA SULLA NAVE DREA”

FALLONE: "LA MANCATA BONIFICA A TARANTO E' UNA OCCASIONE PERSA"

164

La vicenda della nave Drea è l’esempio concreto di come gran parte delle opportunità economiche e produttive per la crescita di Taranto dipendano quasi esclusivamente da indirizzi politici che nulla hanno a che fare con gli interessi reali della città e con la tutela dell’ambiente. Così come sancito dalla Costituzione italiana (art 41) l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.

Casartigiani Taranto non comprende i motivi per cui siano state tratte alcune conclusioni, per cui è stato  decretato che l’ex traghetto della Moby non dovesse essere bonificato nel Porto di Taranto. A peggiorare ulteriormente il quadro di incertezza hanno contribuito le notizie diffuse in maniera distorta, che hanno alimentato false convinzioni sulla presunta pericolosità della nave, condizione del tutto infondata.
La presenza di amianto a bordo della Drea è infatti limitata al rivestimento delle cabine e la bonifica è pienamente gestibile in sicurezza, senza alcun rischio ambientale, se effettuata da personale specializzato. Per questo motivo l’associazione datoriale sostiene che la nave Drea possa e debba essere bonificata nel porto di Taranto, da aziende tarantine qualificate, per generare lavoro e restituire dignità al territorio.

L’ex traghetto della compagnia Moby, fermo ormai da tempo in porto, è l’emblema di un sistema che preferisce l’immobilismo alla concretezza. Secondo iGiacinto Fallone, rappresentante degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, non può e non deve diventare il parcheggio dei rottami d’Italia: «Ogni nave abbandonata, ogni struttura dimenticata rappresenta un’occasione persa per il lavoro, la crescita e la bonifica ambientale.
La sicurezza si garantisce con la bonifica, non con l’abbandono».

Si pensi, piuttosto, ad altri siti cittadini abbandonati come la Cementir e l’ex Oleificio Costa dove la presenza di amianto e di altri materiali pericolosi continua a minacciare l’ambiente e la salute pubblica. Senza contare che la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture della città presenta ancora una notevole quantità di amianto. L’associazione degli artigiani tarantini chiede chiarimenti sulle reali motivazioni che hanno spinto le istituzioni a bloccare la bonifica della nave e a rinunciare a un intervento che avrebbe potuto garantire sicurezza, occupazione e valorizzazione delle imprese locali.

Comments are closed.